Sei proprio un Bagonghio

Mai andare in Germania, diceva il Sassaroli. Ecco, io potrei aggiungere, mai andare in posti che non conosci. Per la seconda volta a distanza di poche settimane, mi sono avventurato nella zona di Calci, in entrambi i casi con momenti drammatici. La volta scorsa fu nettamente peggio, mi trovai invischiato in un oceano di rovi e assoluto nulla, e fui costretto a spararmi tutta la salita della provinciale per il Monte Serra. Questa volta è andata molto meglio in termini assoluti, ma comunque una piccola dose di ansia l’ho provata. Ma andiamo per gradi. Giunto in cima allo spiazzo dei Cugini di Montagna, ho preso per Santallago, fino al sentiero sulla sinistra che scende verso Campo di Croce. Bella discesa, divertente e molto panoramica, e fin qui tutto bene. E tutto bene va fino a Foce di Calci, da cui prendo la Direttissima per raggiungere il paese. Questa è già un po’ più impegnativa e adrenalinica, vista la bella pendenza e il fondo sconnesso che fa derapare la ruota posteriore. Ma senza un po’di brivido non c’è gusto, e alla fine dei conti non è troppo peggio di altre discese. Soddisfatto e scatenato, continuo a seguire le indicazioni del navigatore Komoot che avevo nel frattempo impostato, e qui arriva il dramma. La strada si fa sempre più impervia e complicata, ma trovo dei colleghi che la affrontano in salita e quindi non mi preoccupo. Non mi preoccupo nemmeno quando passo in un sentiero nel Sasseto sopra Asciano. Boia, bellissimo. Residui di rocce frantumate dai secoli di intemperie come un enorme mare di ghiaia, sopra e sotto di me. Veramente di grande effetto. Ma l’effetto tragico c’è poco dopo. Il bastardo di navigatore mi fa si arrivare in prossimità del paese, ma facendomi percorrere un terribile single track per enduro di nome Bagonghio. Io cari amici ci provo, ma la situazione è veramente sfuggita di mano. Scalini di roccia, fondo sconnesso e sassi, un incubo per chi non ha né esperienza ne attrezzatura né bici adatta. L’unica,El estrema soluzione è la scesa a mano, che comunque è tutto meno che agevole, per circa 1/1,5 km, con pochi momenti in sella alla Cube. E scansando gli enduristi che, giustamente, venivano giù come missili. Comunque in maniera eroica arrivo in fondo al Bagonghio, fino al congiungimento con uno dei sentieri principali. Ovviamente ormai s è fatta una certa, e devo tirarmi un po’ il collo per tornare a casa in tempo. Testa o croce mentale e opto per il lungomonte, più lungo ma pianeggiante, piuttosto che un altra volta la temibile salita del Serra. Scelta sulla carta giusta, se non fosse per un simpatico vento a mille nodi in direzione contraria. A casa ci arrivo, ma che fatica.


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