The Shining – Romanzo – Stephen King – 1977

Altra rilettura del buon King a distanza di svariati anni, probabilmente anche in questo caso 30 e qualcosa. Dopo aver visto innumerevoli volte la trasposizione di Kubrick, che si discosta per tanti versi dal romanzo, si può dire che si possono gustare due versioni diverse della storia. Innanzitutto mi sono ricreduto sullo scritto, avevo un ricordo peggiore di quanto riletto ora, a differenza di Cose Preziose o Insomnia che ricordavo migliori. La traccia di base è la solita del film ovviamente, ma qui ha predominanza l’ aspetto umano di Jack Torrance, un uomo, un padre e marito che ha sì tante colpe per alcuni episodi occorsi nella vita, ma è anche più vittima di una ineluttabilità del destino, in cui anche se cerca di sottrarvisi ne rimane comunque invischiato. Abbiamo quindi la figura di un perdente nato, sottomesso agli istinti, che non riesce a far valere la ragione, presa di momenti di rabbia incontrollata e di debolezza verso l’alcool prima di accettare il ruolo di custode dell’ Hoverlook Hotel, e, una volta costretto dal rigido inverno del Colorado, subisce il fascino maligno dell’ albergo, vero e proprio villain della storia, che piano piano ne assume sempre più il controllo, nonostante alcuni tentativi di Jack di sfuggire alla presa, determinanti poi anche per la salvezza di Danny e Wendy. Un ulteriore quid del libro è anche sui terrificanti alberi in forma di animali del parco fuori l’hotel, che in più riprese cercano di ghermire Jack e Danny.

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