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Piccolo grande film. Una piacevolissima scoperta, su suggerimento nel podcast di Cinefacts, che merita davvero i complimenti. Storia semplice, mezzi semplici, ma gran bella regia e ritmo.Anni ’50, in un piccolo paesino nel sud degli Stati Uniti, una centralinista e un radiofonista, entrambi liceali, cercano di capire cosa è il suono che hanno sentito e che interferisce con le trasmissioni, mentre tutto il resto della cittadinanza è alla partita di basket della squadra locale. E le loro frenetiche indagini, mosse dalla curiosità, saranno ben oltre le loro aspettative. Gioiellino davvero, un sapore vintage anche nella costruzione di un scy-fi degli anni d’oro, oltre che nelle atmosfere, con alcuni espedienti veramente di gusto, come alcuni remind alla serie Ai confini della realtà, con le immagini che si spostano da fuori a dentro un apparecchio televisivo, a delle riprese lunghe azzeccate, e un piacevolissimo piano sequenza molto intrigante e una azzeccata colonna sonora. Ma è il film nel complesso ad esserlo, intrigante, nonostante la totale assenza di effetti speciali, artefatti e spese folli di qualsiasi genere. Ma questo esordio di Andrew Patterson ha due cose importanti, una bella scrittura e messa in scena, e un anima, che manca a tante mega produzioni.
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