Una grande Octavia Spencer in un thriller ad opera di Tate Taylor. C è una ragazza Maggie (Diane Solvere), che assieme alla madre Erica (Juliette Lewis), torna al paese natio di quest’ultima dopo la separazione dei genitori. Qui ben presto si fa nuovi amici, con cui esce a fare baldoria, o almeno a provarci, vista l’impossibilità di comprarsi alcolici. Sarà l’aiuto di Sue Anne, Octavia Spencer appunto, che diventerà Ma’, ospite delle feste del gruppo di amici e ben presto di tutta la gioventù della cittadina. Ma, c è sempre un ma, infatti Ma’ dimostra ben presto di non essere proprio una persona equilibrata e normale, lasciando trasparire una complessità caratteriale non indifferente. La forza del film sta proprio nella costruzione del personaggio principale, e molto merito va alla Spencer, che riesce a essere credibile e soprattutto non dipingere una macchietta ma dargli un po tutte le sfaccettature necessarie, tanto che se da una parte ti rendi conto che è una versione più triste della Annie di Kathy Bates di Misery non deve morire, al tempo stesso però riesci comunque ad empatizzare con lei, per tutta una serie di motivi che non si possono dire per non fare spoiler.Un film che ci sta benissimo di vedere, della durata giusta e dove la costruzione e la recitazione contano più della trama e della sceneggiatura.
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