T2 – Trainspotting

Sono invecchiati, incanutiti, in alcuni casi anche un po’ imbolsiti, ma sono rimasti i soliti inaffidabili, bastardi.Dirigere un sequel di un film cult è sempre un azzardo, dirigere un sequel di un film cult a 20 anni di distanza è più che un azzardo, è qualcosa di vicino ad un suicidio cinematografico.Dal punto di vista dello spettatore, che è cresciuto con quel film tra i preferiti, i timori erano più che giustificati. Per questo motivo non lo calcolai all’uscita, e aspettai un po’a guardarlo. Ma ho aspettato una seconda visione, a distanza di tanti mesi, per scriverne.Beh, come detto, il rischio era alto, ma si può assolutamente essere soddisfatti del risultato.La pellicola riesce a essere divertente, originale e avvincente, nonostante la grandiosità della precedente, e nonostante alcuni richiami degli episodi del primo Trainspotting, non subisce un effetto nostalgia. La trama è abbastanza semplice, e incentrata sui personaggi e la loro evoluzione (per modo di dire) dopo così tanto tempo. In realtà tossici erano, e tossici sono rimasti, chi sempre di eroina, chi di coca, chi è riuscito a smettere con la droga buttandosi nel running..ma è la loro vita che è restata la stessa, incasinata, precaria, fatta di espedienti. E comunque, ci sarà spazio per redenzione, e rivalsa. Ed evince che ora, dopo 20 anni che non si vedevano, la loro amicizia è più forte di quando erano ragazzi inseparabili, per tutte le esperienze che hanno avuto nel frattempo.Per quanto riguarda gli attori, spicca ovviamente il talento di Ewan McGregor (Mark) e Ewen Bremner (Spud), oltre che il solito Bagsbie di Carlyle, sempre ottimamente sopra le righe. Un po’più standard il Sickboy di Johnny Lee Miller, ma rientra bene nel personaggio.Come montaggio e fotografia, Danny Boyle è sempre una garanzia, così come la colonna sonora, molto sullo stile T1, con piccoli richiami alla precedente, e piccola chicca nel finale, con Mark, rientrato nella sua camera di adolescente, che mette un vinile, ma guarda un po’, Lust for Life di Iggie Pop, che come in un vortice temporale ci riporta all’inizio dell’originale.Che dire, fossero tutti così i sequel, ben vengano.

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