Glass – 2019

Eh, non si può prescindere dai predecessori. Sarebbe poco onesto intellettualmente ragionare su Glass senza tirare in ballo Split e soprattutto il primo capitolo della saga, Unbreakable. Perché è giocoforza legato a entrambi, che potrebbero benissimo avere ognuno vita a sé, volendo autoconclusivi o comunque con un possibile finale definitivo. E perché preso a solo perde nettamente contro entrambi. Il mio preferito resta il primo della trilogia, Unbreakable, perché è un film di 20 anni fa, quando ancora non smarmellavano i coglioni con tutti questi film sui supereroi, perché c’era un Bruce Willis ancora più che credibile (e non aveva ancora abbattuto F24 a cazzotti come in uno degli ultimi due Die Hard), perché M. N. Shyalaman ti prendeva per mano dall’inizio alla fine lasciando dubbi e indizi per quasi tutto il film, perché ancora creava dei plot twist fulminanti seppur intuibili.. Split è un bel film con un grande James McAvoy (che però mi fa soffrire per la sua somiglianza all’insulso Silvio Muccino), c’è Anya Taylor-Joy che fa sempre piacere veder recitare, e ti tiene in tensione costantemente. Glass è una resa dei conti tra i due, resa dei conti orchestrata da, appunto, Mr Glass, la terribile mente malata alla costante ricerca dei superuomini dei fumetti, ben messo in scena da Samuel L. Jackson. Il problema del film in questione non è nemmeno che sia brutto, perché non lo è. Ma non aggiunge nulla in più, a parte le rughe di Bruce e Samuel. Ci sono le botte tra i due, c è una pseudo infermiera Ratchet che li vuole domare, c è un finale che però non mi convince tanto. Cioè, se finiva prima della fine, sarebbe stato un colpo di genio, amaro, crudele e inaspettato. Ma il buonismo del the end mi ha un po’ ammosciato, devo dire la verità. Va bene eh, ci mancherebbe, ma si smarca dai veri comic cazzuti in cui non è scontato il lieto fine per tutti. E poi anche quella cosa che dice la dottoressa Staple (la versione povera della Ratchet fatta da Sarah Paulson), presa e tirata lì così, sa un po’ di “dovevo arricchire un po’ la sceneggiatura”. Vabbè, sono mie considerazioni personali. Il giudizio sul film è “poteva impegnarsi di più”, quello sulla Trilogia Eastrail 177 è comunque un 7 pieno.
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