
Nonostante i tagli effettuati, la pellicola resta dirompente e immaginifica.
La meraviglia e l’ammirazione per Lang è assolutamente meritata, pur con un prodotto completamente lontano da quelli moderni (post anni ’40), perché la capacità creativa e visionaria del film è incredibile…. Metropolis, con i suoi grattacieli, la sua fitta densità abitativa, le strade sopraelevate, gli edifici dalle forme strane e “fantascientifiche”…nella sua parte superficiale. E al di sotto della superficie terrestre, la città degli operai, buia, sporca, triste e confusa, con le macchine di lavoro fredde, feroci, organizzate solo per una produzione continua e inesauribile… E nella costolatura del film, tra la storia d’amore e le immagini visionarie, è forte, predominante, la lotta di classe, la lotta operaia, che cerca di sollevare i lavoratori dalla loro condizione abietta ad un livello più alto, con la lotta fisica, ma anche la mediazione, incarnate dalla Maria robot e da quella reale, con la purificazione finale, con acqua e fuoco, fino alla pacificazione sociale raggiunta grazie ad un amore impossibile, quello tra il figlio del padrone, prima gaudente e ignaro, poi impressionato dalla situazione sottostante, e la bella e saggia Maria, un po’ indicativa di una rappresentante sindacale degli operai.
Un film che non stanca mai, nonostante sia muto.
E questa versione, restaurata a colori, voluta e musicata da Giorgio Moroder, con la partecipazione di grandissimi artisti anni ’80 come Freddie Mercury, soprattutto, ma anche Bonnie Tyler e gli Yes tra gli altri, da un tocco pop interessante, quasi a creare un concept album, un lungometraggio videoclip.
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