La Città del Sole

Autore: Giacomo Pierucci

Pagine: 218

Editore: Marco Del Bucchia Editore

Pubblicato: 2015

 

Siamo in Brasile, precisamente a Natal, la capitale dello stato del Rio Grande do Norte, negli ultimi giorni dell’anno.  Tra il 30 novembre e il 3 dicembre di ogni anno, si svolge il Carnatal, uno dei carnevali più vivaci, scatenati e pericolosi, e in questi 4 giorni, 4 lunghissimi, sanguinosi, strazianti giorni, si svolge la storia di Manuel, povero ragazzo delle favelas, uno dei tanti ragazzi senza futuro che abitano in baracche fatiscenti, con davanti a sè solo la prospettiva di delinquenza e dolore. Ma Manuel è diverso, Manuel ha un passato tragico come tanti altri, ma ha dentro di sè un cuore puro, Manuel ha voglia di smarcarsi da un esistenza da passare tra sniffate di colla e pistole, tra la morte e la sopravvivenza, tra i tradimenti e le prepotenze. Manuel vuole uscire dalla favelas. E d’improvviso, sembra trovare la possibilità di fuggire via, di crearsi un’esistenza normale, agli occhi di noi non abitanti delle favelas, un’esistenza straordinaria, se vista invece con gli occhi di un abitante di questi sobborghi di baracche, corrotte dalla malavita, dal fango, dalla sporcizia, dai liquami maleodoranti e malati. E questi 4 giorni di Manuel sono un turbine, un turbine d’amore per la bella Mara, di gelosie, di amicizie spezzate, di violenze, sparatorie, sangue e morte. E’ un turbine di emozioni, per il piccolo Manuel, una corsa continua, dalla prima all’ultima pagina, letteralmente, il romanzo ti prende subito, con una narrazione in prima persona, attraverso gli occhi del ragazzo. Ed entri subito nel suo mondo, con tutti i personaggi vecchi e nuovi che s’intrecceranno nella sua vita, l’amico Cabron, i bandidos, con a capo il Dons e il figlio Sergio, la bella Mara…. Leggendo, riesci a poter  comprendere il mondo in cui sei stato catapultato, di poterne cogliere il senso, il cuore di violenza che lo pervade, senza giustificarlo, è così che va, la speranza è un filo sottile a cui aggrapparsi per uscire dalla cloaca. Lo stile è pulito, coinvolgente, essenziale in certi aspetti, è quello che serve per ammirare la bellezza di un carnevale fuori stagione.

 

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