Bone Tomahawk – 2015

I film di genere western sono stati un must fino diciamo agli ultimi anni ’70, subendo nel tempo un cambio di paradigma nell’identificazione del cattivo di turno e nella costruzione dei personaggi. Ovviamente gli Stati Uniti hanno trainato il carro, letteralmente, per inneggiare alla frontiera e agli sforzi eroici dei coloni che sfidarono condizioni avverse e indigeni per la costruzione del sogno americano. Ad un certo punto arrivarono gli spaghetti western, ossia la versione nostrale del western americano, con una messa in scena più cruda e decisamente sanguigna, annoverando non solo Sergio Leone tra i suoi maggiori interpreti, ma anche altri mestieranti come Corbucci, Barboni, Colizzi, Castellari, Bava o Fulci, tra i più noti. E questo Bone Tomahawk, che vede come regista il promettente Craig Zahler, qui alla sua opera prima, mi ha ricordato per certi versi quel tipo di cinema, con una costruzione costante della storia, e mette in scena una serie di personaggi, dallo sceriffo al dandy al marito preoccupato e coraggioso, che possono essere si dei cliché, ma che anziché togliere aggiungono valore alla storia per una discreta identificazione del personaggio. E poi l’aggiunta della componente mistery, di questi fantomatici trogloditi indigeni, temuti anche dalle altre tribù indiane per la loro spietatezza e crudeltà, preannunciano un lato gore che sposta il film da un genere puramente western ad un horror, creando un bel connubio con un tocco di originalità. Poi ci mettiamo anche un cast di volti noti, dal mitico Kurt Russell a Matthew Fox a Patrick Wilson, il film risulta assolutamente godibile e interessante, essenziale e senza fronzoli, e un gioco di vedo e non vedo nelle parti sanguinarie che è sapientemente dosato.
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