Vincitori E Vinti – 1961

Premesse doverose: non amo i legal dramma e non amo i film sulla seconda guerra mondiale. Per piacermi, un film di uno di questi generi deve essere davvero bello, figuriamoci se nello stesso film vertono entrambi i generi.Ma in questo caso l’eccezione conferma la regola. Questo è un grande film.E lo è senza avere particolari meriti nella fotografia o grandi virtuosismi di regia. Lo è per come è sviluppata la sceneggiatura, per la questione morale che ne è il protagonista principale e per il lavoro e le interpretazioni degli attori, ognuno capace di incarnare un punto di vista. Il film è uscito nel 1961, proprio l’anno in cui venne eretto il Muro di Berlino, e nel pieno della guerra fredda, pochi mesi prima di quella che sarà conosciuta come la Crisi dei Missili di Cuba, che portò il mondo ad un passo da una nuova devastante guerra. Le vicende raccontate dalla pellicola di Stanley Kramer si svolgono a Norimberga, nel 1948, e fanno riferimento al terzo processo sui crimini di guerra nazisti, che vede imputati, dopo generali e principali criminali di guerra, dei semplici funzionari dell’apparato giudiziario tedesco, in questo caso 4 giudici che, con il loro operato e la loro osservanza delle leggi promulgate dal Reich, portarono alla deportazione nei lager o alla condanna a morte (che purtroppo spesso hanno coinciso nelle conseguenze) degli innocenti perseguitati per motivi politici o razziali. Il principale imputato è Ernst Janning (Burt Lancaster), difeso, come gli altri, dall’avvocato della difesa Hans Rolfe (Maximilian Schell). La parte della pubblica accusa è guidata dal colonnello Tad Lawson (Richard Widmark) mentre a presiedere la giuria è stato chiamato l’anziano giudice Dan Haywood (Spencer Tracy). Un cast della madonna, che vede più in ruolo meno principali Montgomery Clift, Marlene Dietrich, Judy Garland e William Shatner. Praticamente il gotha di Hollywood in quegli anni, e, seppur sia difficile la scelta, mi sono risultati monumentali Schell (che ci ha vinto l’Oscar come miglior attore protagonista) e Montgomery Clift nel ruolo di un ritardato mentale vittima di sterilizzazione forzata.Ma è tutto il film a girare bene, e soprattutto ad aprire tutta una serie di questioni morali forti, e per certi versi tuttora attuali. Come hanno fatto le aberrazioni dei Terzo Reich a prendere campo nella popolazione? Come è stato possibile che persino giuristi illuminati siano rimasti invischiati in quelle scelleratezze senza opporsi? Le accuse mosse sono inappellabili, e assolutamente legittime, corroborate anche da immagini (reali) dai campi di sterminio. Ma la questione morale non è di facile soluzione, perché, attraverso la figura dell’avvocato difensore, emerge l’altro lato della medaglia, che va dagli attestati di stima, ben dopo le emanazioni delle leggi razziali, da parte di Churchill e del Vaticano, al patto di non belligeranza con la Russia comunista, ad, addirittura, la collaborazione e gli interessi economici dei principali industriali americani, che rifornivano di armi e materiale bellico il nemico. Oltre a questo, c’è un ulteriore elemento da prendere in considerazione, l’attaccamento alla patria che annulla o comunque pone in secondo piano il proprio senso di giustizia in nome di un valore superiore. Se quindi da un lato è assolutamente normale accusare tutti i tedeschi per gli abomini e i soprusi causati a milioni di persone, colpevoli solo di essere della razza, dell’orientamento sessuale o di opinioni politiche diverse, dall’altra causa anche una sorta di empatia con i presunti persecutori, che spesso erano meri esecutori di leggi o anche solo semplici spettatori, e vivendo in un contesto di sfiducia nel prossimo e terrore, la loro disobbedienza avrebbe portato loro stessi dalla parte sbagliata della barricata. Quanta colpa si può dare a chi solo teneva alla propria vita e a quella dei propri cari? E per quanto riguarda i tedeschi non effettivamente coinvolti materialmente, l’ignoranza della situazione dei campi di concentramento è sì tacciabile di ipocrisia, ma come si giustificano i domestici della casa dove è ospitato il giudice Haywood, “Non sapevamo, e se sapevamo che potevamo fare?”. Quesito di difficile soluzione.

La versione di VER: https://www.vomitoergorum.org/2021/05/vincitori-e-vinti-1961.html?m=1
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