
, con attori americani (Armie Hammer e Tom Cullen).
Mike e Tom sono due marines, cecchini, che devono svolgere una missione in una non precisata località del Nord Africa. Ma la missione fallisce e si trovano a scappare nel deserto, finché non entrano per sbaglio in una zona minata. Tom salta in aria, Mike riesce a fermarsi in tempo, ma con un piede resta bloccato su di una mina innescata, e l’unica speranza a cui può aggrapparsi è resistere 52 ore un convoglio di salvataggio. E in questo lasso di tempo, dovrà fronteggiare le insidie del deserto, la fame, la sete, le tempeste di sabbia, gli attacchi notturni degli sciacalli, ma soprattutto i propri fantasmi, i propri sensi di colpa, i propri errori, in un crescendo di allucinazioni e deliri e paure. La pellicola è minimale dal punto di vista dell’ambientazione, ma ricca dal punto di vista visivo, con una bella fotografia, e soprattutto capace di creare empatia con il protagonista, creando ansia e disagio. Ci sono alcune scene molto molto belle e coinvolgenti, e puoi viverle su più piani, quello realistico, nel deserto, quello psicologico, sui ricordi del passato, e quello morale, con una forte allegoria sull’essere in ginocchio, sul lottare, sull’andare avanti, ripetuta più volte durante il film. Ovviamente non è un film perfetto, poteva avere un 10/15 minuti in meno, in alcuni momenti del finale forse è troppo confusionario, ma non ci sono momenti di noia nonostante la staticità della situazione, ed è ben confezionato dai due registi e ben recitato da Armie Hammer. Non sembra affatto un prodotto italiano, per il tipo di regia, per i colori e gli accorgimenti tecnici. Veramente un bel lavoro.
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