Lo zio Stephen nelle sue opere usa spesso luoghi o personaggi ricorrenti, come ad esempio Castle Rock (luogo in cui sono ambientati la gran parte di suoi romanzi) o Derry, oltre a, come dicevo, nomi di personaggi che in misura più o meno importanti, o più o meno accennata, si ripresentano nei suoi lavori creando anche curiose e interessanti interconnessioni tra storie diverse. Uno di questi personaggi è il malefico mago semimmortale Randall Flagg, una vera e propria incarnazione del male e della mistificazione, conosciuto anche come l’ Uomo in Nero, L’ uomo senza volto, Walter O’Dim, Walter Padick, e decine di altri nomi. In tutte le opere in cui appare ha sempre un aspetto comune, caratterizzato da jeans, giacche di pelle e stivali da cowboy, con i vestiti adornati da spille di vario tipo.
La figura di questo essere malvagio nasce ai tempi del college, quando King ebbe una visione di questo uomo senza volto che camminava per le strade di un america desolata, attorniato da questa aurea malvagia cui sprigionava la più totale negatività. Da questa visione King compose un poemetto, che fu successivamente, una decina di anni fa circa, trasposto in una tiratura limitata, ormai introvabile, con le tavole di Glenn Chadbourne, e rimasto fino ad oggi inedito in Italia. Fortunatamente, meglio tardi che mai, grazie a Sperling&Kupfer da pochi giorni è arrivato anche sul mercato nostrano, e l ho subito recuperato per collezione, per affetto verso uno dei, se non il, mio scrittore preferito, e anche per il fascino maligno del personaggio che appare in due delle mie opere preferite, L’ Ombra dello Scorpione e la saga della Torre Nera. E devo ammettere che le parole di King si sposano bene con le tavole illustrate da Chadbourne, creando un unicum torbido, sporco e angosciante.
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