Licantropus – 2022

Milionesimo prodotto dell’universo Marvel tratto dal fumetto Werewolves by Night, ovviamente sempre Marvel. E mi sono accorto che era un Marvel quando ormai avevo pigiato play. Ora, non che odi i film Marvel o ne sia solo un detrattore per partito preso, ma cominciano (già da un po’, in verità) ad aver scassato la minkia con tutti questi rilasci, questo parlando in generale. Nel particolare di questo Licantropus, hanno fatto anche cose buone. Innanzitutto il formato spurio da mediometraggio, neanche un ora di durata, abbastanza autoconclusivo, oltre ad una curiosa scelta di bianco e nero a richiamare un tocco vintage, e la scelta dell’attore protagonista in Gael Garcia Bernal, che risulta simpatico nell’essere al contempo impacciato e spietato. Ma, da ignorante del fumetto, ci sono cose che non mi hanno convinto a pieno, quali ad esempio la mutamorfosi in lupo mannaro che mi sembrava più un uomo scimmia, ma pare sia così anche nell’originale e in un certo modo richiama la fisionomia dello storico uomo lupo della Universal. La regia è affidata a Michael Giacchino, più noto per le colonne sonore che per la carriera da regista, ed in generale uno script moooolto teen oriented quando poteva essere ben più dark e cattivo. In sintesi, siamo in una villa del più famoso cacciatore di mostri della storia, alla cui morte la pietra magica in suo possesso che rende praticamente invincibili deve passare di mano ad un nuovo padrone, e la moglie istituisce un torneo tra cacciatori (tra cui il nostro Jack Russell, di cui non sappiamo la particolare caratteristica), la figlia reietta del defunto e altri personaggi abbastanza inutili, che devono scontrarsi tra di loro e contro un mostro feroce. Passa anche bene eh, ma non lascia pressoché nulla, ma almeno non dura 16 ore come una normale pellicola mcu.

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