Warriors FC Buti: Le Pagelle Senza Senso

Eccoci qua al termine della regular season che ci ha visto dominare il campionato senza se e senza ma, e mi è sembrato giusto spendere due parole su ognuna delle capre scese in campo.

Landino: moderno Forrest Gump, tiene fede alla sua massima sulla vita come una scatola di cioccolatini, non sai mai cosa può capitarti. E così alterna minchiate cosmiche a parate strabilianti, polemiche inutili e offese randomiche al parentado di tutti i giocatori avversari. Mattanza in abbondanza

Brianna: l’australiano si ripresenta come cosplayer di Russel Crowe, barba e panzona di ordinanza, ma si mette sotto e soprattutto mette sotto qualunque attaccante provi a ostacolarlo in uscita, riempiendo ad ogni partita il reparto ortopedico del Lotti, ma trasmettendo sempre sicurezza ai compagni di reparto. Cinghialone Peruzzi.

Jacopino: piccolo, rosso e malefico. Con quel faccino da bimbo anche un po’ tonto intorta tutti, ma in realtà è una merdina che oltre a farsi rispettare è sempre il primo a menare randellate qua e là, corre e si agita come un criceto con la rabbia. Lucignolo

Sergio: più falso di 2 euro in banconota, simula falli ricevuti come orgasmi la moglie di un eiaculatore precoce, tiene bene a bada chiunque si avvicini alla sua zona di competenza, con le buone (poche), le cattive (tante) e le minacce (non misurabili). Testa sulle spalle.

Gamberone: il nuovo acquisto era già apprezzato per le serate, piano piano dimostra di non essere solo tronista da bancone ma anche un leader difensivo di buona caratura. Look alla Bello Figo se fosse nato ai Pancaldi, si fa intendere là dietro, lotta per lo scettro del più rompicazzo del campionato, sicuramente vince il premio ugola d’oro. Livornese d’adozione

Mattia: va e poi torna, ma torna bene ed oltre alla consueta dose di cafonaggine ed urla mette all’opera la sua fisicità e piedi da ferroviere, lasciando stare le velleità da Beckenbauer 2.0 ma badando al sodo. O la gamba o la vita

Giustino: difensore di posizione, dal carattere solare con il suo atteggiamento principesco e la abbagliante simpatia che lo contraddistingue riesce a stare sul cazzo a tutti, compresa l’ostetrica che lo ha fatto nascere su ma’ e su pa’, figuratevi gli avversari. Ciò nonostante è un punto fermo nelle trame difensive biancoverdi risultando spesso decisivo nelle chiusure. Faccia da Sberla

Gianma: appesantito dalle brioscine, ormai ha la corsa di un cavallo da maneggio, ma è bravo a reinventarsi terzo di difesa sfoderando un campionario eccellente fatto di diagonali e gioco di anticipo sull’avversario. Assoluta sicurezza.

Ucci: il keniota da sempre il suo apporto di sicurezza e solidità, basta non chiedergli un passaggio a più di due metri di distanza (o aprire il borsellino), ma i sinistri in controbalzo a occhi chiusi erano la specialità solo in allenamento contro Hauseretti, quindi va bene così. Solido.

Riise: duttilità è il suo secondo nome, si alterna tra i cappuccini e spritz e volate (corte) sulla fascia, sempre utile e pronto quando è chiamato in causa. Lavoratore

Sandrino: l’età avanza ma lui la mette in frigo, mantiene l’ordine tra i pischelli e il ruolo da chioccia nello spogliatoio gli si addice alla grande. In campo poi gioca ovunque il mister abbia bisogno, da mediano a difensore centrale, garantendo sempre e comunque una prestazione eccellente. Un Capitano, c è solo un Capitano.

Bea: il Pibe arriva direttamente dall’asilo Gianburrasca e viene buttato nella mischia fin da subito, e non perde occasione per dimostrare quanto vale. Garra e lucidità in mezzo al campo, contrasta chiunque provi a passare il centrocampo, e fa ripartire l’azione velocemente innescando i nostri attaccanti. Si prende via via anche il lusso di segnare, anche se io non me ne accorgo mai.

Metronomo.

Sampe: Mario tiene sempre alto il vessillo dell’Isis mettendo in agitazione l’antiterrorismo internazionale, ma sotto la scorza burbera da tagliagole batte un cuore d’oro che mette sempre in campo, rendendosi sempre utile alla causa. Usato sicuro.

Sergio di Rio: il vecchio cane sciolto torna a riprendere confidenza nel suo ruolo a centrocampo. Parte braccia sui fianchi come un anfora romana ma ben presto torna alla poca forma di un tempo e butta la bazza oltre l’ostacolo, dominando con i colpi di testa i rinvii dal fondo, e con quel passo caracollante a metà tra Kakà e Pacino è sempre pericoloso nella metà campo avversaria. Evergreen

Balda: cervello del centrocampo e muscoli da impiegato comunale, gioca con la consueta eleganza e senza mai alzare la voce riguardo al minutaggio si fa sempre trovare pronto, una sicurezza quando ha il pallone tra i piedi. Sinonimo nella Treccani per utile.

Salva: sempre con il 7 sulle spalle, ma pare un altro rispetto alle scorse stagioni, dimostrando maturità e mettendo i piedi pregevoli e l’agonismo al servizio della squadra, in un ruolo più accentrato riesce a gestire meglio le sue qualità atletiche ormai ridotte a tre passi in un mattone. Probabilmente è stato rapito dagli alieni e sostituito con un clone più furbo. Fondamentale

Paccì: nuovo arrivo, un nome una garanzia, cresciuto a pane e stringozzi, nonostante un grave litigio da piccino con il pallone non ancora risanato, gli capita anche di giocare e ha all’attivo anche un pregevole assist. Se non in campo, ha un futuro in cucina. Ludo: giovane fegato ancora quasi integro, al secondo anno in squadra, si è ambientato da subito nel gruppo e soprattutto nelle cene, ma ha anche minutaggio in campo nonostante il fisico da lanciatore di coriandoli. Il ragazzo si farà

Nikkino: dopo essere stato eletto per qualche anno il numero 8 più odiato della Valdera, prova a rimescolare le carte e prende il 25, ma sotto sotto resta il solito fetente arrizzabischeri che farebbe incazzare anche Padre Pio. Ma a noi ci garba così, un folletto imprendibile e irascibile. Simpathy for the yellow

Cava: scioglilo. Macina la fascia e segna con continuità spaventosa, e nonostante abbia sempre almeno un paio di avversari letteralmente attaccati addosso, come un All Blacks porta via tutto e tutti, ogni tanto però si scorda che il campo finisce. Marines d’assalto

Eliani: cognome sinonimo di goal, carta d’identità da prepensionamento e brodino di pollo.
Ma lui, come il calabrone che non ha la struttura per volare e vola lo stesso, novello Benjamin Button quando vede la porta ringiovanisce, lascia a casa il deambulatore e segna a raffica fino a diventare capocannoniere. Bomber vero.

Inox: il trattore di Tirana macina la fascia senza pietà, asfaltando chiunque si trova sulla strada, e incredibilmente riesce anche a segnare nella prima parte di campionato con una frequenza anche discreta per i suoi pessimi standard, fino al triste momento dell’infortunio che lo costringe allo stop da gennaio in poi. Cuore e acciaio.

Carpi: la polemica più veloce della Valdera è l’anima della squadra. Poco da dire, l’attaccamento alla maglia che ha lui viene trasmessa a tutti gli altri. Si fa sentire in zona gol, si fa sentire con gli arbitri e a volte anche con i tifosi, non smette mai di correre, pressare e sfanculare. Trascinatore.

Mela: Wayne quando c è c è, e l’impegno si vede, così come i difensori avversari sentono i gomiti. Lotta su tutti i palloni e si dà da fare. Caterpillar.

Todo: genio e sregolatezza e ciuffo sempre in ordine, quando è in giornata si mangia le difese avversarie, a volte il pelo lo distrae e giustamente si dedica ad altro, ma garantendo ugualmente gol pesanti quando si manifesta al campo come la stella cometa la notte di Natale. Bello e impossibile

Carlos: onnipresente, fa tutto lui nella squadra, porta palloni, organizza cene, compra materiale medico, lava stira e cucina, ha un rapporto complicato con il giuoco del calcio, più o meno come Malgioglio con la topa, ma fa stalking a Silvano pur di entrare nel tabellino dei subentrati. Prezioso

Il nostro Mister:

Silvano: dopo due anni sabbatici torna con qualche kg in meno e tanta grinta in più, sempre sotto odore di esonero, riesce invece a mangiare castagne, risotto alla zucca, panettone, cenci, frittelle di san Giuseppe, uova di Pasqua e avversari. Poteva essere una classica ribollita ma invece risistema un gruppo un po’ logorato e apporta nuovo entusiasmo, cogliendo finalmente il bersaglio grosso della vittoria del campionato. Rigenerato

il nostro Pres

Tonnetto: Fabione nostro è un martello instancabile, gestisce i rapporti con la uisp, con il Toti e con tutti i ristoranti della Valdera, ma non fa mai mancare niente alla squadra, che sia un rimprovero, un incitamento, o un video porno. Da vero presidente si espone anche in promesse importanti in caso di vittoria, offrendo una gita in pullman alla squadra per scoprire le bellezze del territorio, con e senza permesso di soggiorno. Silvio²

Dirigenza: un plauso speciale per quelle povere stelle della dirigenza, che si sono sbattute tutto l’anno in ruoli all’apparenza secondari ma fondamentali seppur privi di gloria, come guardalinee e assistenza all’arbitro, o nella gestione Barrrrre e musica. Che ci sia un tesseramento ufficiale o meno, cito comunque tutti in ordine sparso e casuale, perché, come ogni cosa bella, è stato necessario il sacrificio e l’impegno da parte di tutti, ognuno in base alle proprie possibilità e tempo a disposizione, per aiutare a realizzare questo risultato. Quindi un grande grazie a Giacomo, Carlos, Giannino, Tibe, Pagni, Mori, Gobbo, Mastro, Mussica, Pozzi, Ufle, Pera, Cavolino, moccolino, Sandrino e Nelli. Un ulteriore grazie enorme al custode, Mastropietro, perché per giocare e vincere serve un campo e senza di lui a sistemarcelo e a soddisfare tutte le richieste possibili e impossibili da parte de mister e dello spogliatoio non sarebbe stata la stessa cosa.Un ulteriore, necessario pensiero, per chi ci guarda e sicuramente si gode il momento ed esulta con noi, e che è sempre sempre sempre con noi, nel posto più vicino al cuore.

Da Il vostro amichevole addetto di rassegna stramba di quartiere.

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