Perché Sanremo è Sanremo

Sanremo è una cittadina ligure della riviera di ponente ligure, famosa per il casinò, per la corsa ciclistica Milano Sanremo…e per ospitare da sempre il Festival della Canzone Italiana, ormai divenuto completamente un fenomeno di costume. Pressato da anni, è bastato approfittare di un mio momento di possenza alcolica, ed il tempo di un booking veloce, e il gioco è fatto, passeremo il venerdì e il sabato nella città dei fiori, con pernottamento a Ventimiglia, pochi km di distanza. Beh che dire, il delirio. Già dal nostro arrivo il venerdì pomeriggio, si intuisce che non saranno giornate normali. La città è invasa (ma mai quanto il sabato) da frotte di addetti ai lavori,fan, curiosi, estrosi personaggi in cerca di visibilità, cantanti di strada, aspiranti cantanti, e chi più ne ha più ne metta, in un enorme cloaca di musica, luci e confusione, che però si concentra tutto in un quartiere. Si, perché la zona rossa sanremese consiste in un quadrato di pochi km² di area, in cui si distribuiscono le postazioni delle radio, nazionali e locali, prettamente nel corso principale, dove ogni cosa è a tema, ovviamente, musicale. Artisti che si dilettano a suonare e cantare in ogni angolo, persino vetrine di negozi, da parrucchieri a abbigliamento, con un angolo con microfono o addirittura zona intervista in radiodiffusione. E tanto esibizionismo puro con presunti Miss e Mr di indubbia provenienza dalle pendici del Vesuvio. Tutto ciò in quei 6/700 metri di Corso al cui culmine c è la zona controlli, dopodiché capiti davanti all’Ariston, il teatro/cinema dove si svolge la manifestazione, e da cui si snoda la passarella che porta ad uno degli alberghi in cui soggiornano i uip e all’adiacente piazza Colombo, dove è locato il Suzuki palco, in cui durante il giorno e la sera passano ospiti di varia natura e in cui si svolge un miniconcerto (noi abbiamo beccato La Rappresentante di Lista). Come detto, il venerdì è (abbastanza) vivibile, non è lo stesso per il sabato, il giorno della serata conclusiva, che già dalla mattina presto vede strade e parcheggi completamente ingolfati da una fiumana di macchine, e la mole di persone a giro per la città onestamente ha reso la giornata particolarmente faticosa nei movimenti, anche solo per la consumazione di bevande e alimenti. Resta il fatto che l’atmosfera elettrica che si respirava era molto coinvolgente, come se, una volta entrati in città, si arrivasse in un mondo a sé, estraniato da tutto il resto del mondo.

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