Pinocchio di Guillermo Del Toro – 2022

È la seconda rivisitazione della fiaba di Collodi che esce nel 2022, ma non ha niente a che vedere con quella della Disney. Qui abbiamo una animazione in stop motion anziché un live action, c è Guillermo Del Toro alla sceneggiatura e alla regia, ma soprattutto abbiamo una totale innovazione nell’ambientazione e nello sviluppo della storia, che viene trasportata negli anni tra la prima e la seconda guerra mondiale, e vede un bel ritocco di alcuni personaggi. È forte la poetica tipica di Del Toro, con la ricerca dell’accettazione del diverso, e alcuni momenti dark in una favola che per la verità si presta molto ad una versione horrorifica. Solitamente non sono molto favorevole alle troppe libertà in fase di sceneggiatura su storie che si tramandano da anni in un determinato canovaccio, ma è altrettanto vero che spesso delle variazioni sono state altrettanto valide o addirittura migliorative per un film rispetto al testo originale, e gli esempi sono tanti. Questo è uno dei casi in cui le libertà artistiche di ogni tipo che Del Toro si è preso sono intelligenti e interessanti, ma soprattutto risultano coerenti con quella che è la morale e lo sviluppo del personaggio in origine, quindi ben vengano questo tipo di realizzazioni. Ed oltretutto traspare, dalla prima all’ultima scena, tutto l’amore e il cuore che il regista spagnolo ci ha messo nel farlo, ed è anche impressionante la grande cura che la ShadowMachine ha messo nell’animazione, oltre al cast impressionante di voci per i personaggi principali e non, da Ewan McGregor a Tilda Swinton, Cate Blanchett, David Bradley, Christoph Waltz, Ron Perlman, John Turturro e Finn Wolfhard. Ebbene sì, al Pinocchio della Disney e Zemeckis questo gli piscia in testa.
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