Matrix: Resurrection – 2021


A distanza di quasi 20 anni torna Neo e il mondo virtuale di Matrix. Il primo film dei fratelli Andy e Larry Wachowski, datato 1999 è diventato in breve tempo un cult movie, sia per la storia, una distopia accattivante e con un infinità di possibili letture filosofiche e sociologiche, sia per la realizzazione di tecniche innovative (fino ad un certo punto però) che hanno fatto scuola, il famoso e poi molto spesso riproposto, in altri film, “bullett time”. Al primo film della saga, che in verità poteva anche essere autoconclusivo, sono seguiti nel 2002 e 2003 altre due pellicole, che però, nonostante il successo di pubblico ed aver mantenuto uno standard altissimo negli effetti speciali, hanno però puntato molto, anche troppo, sul lato action perdendo un po’ di quel sottotesto che tanto aveva affascinato, portando avanti la trama con delle elucubrazioni complicate e spesso solo funzionali a mandare avanti i combattimenti, lasciandomi con un po’ di amaro in bocca al termine del terzo capitolo, per un qualcosa di non soddisfacente. Dopo varie pressioni, e nel frattempo un cambio di genere da parte dei fratelli registi, adesso due sorelle, Lana (Larry) e Lilly (Andy), e dopo varie opere, Lana decide di rituffarsi nel franchise e co-scrive e dirige questo quarto film, che vede con lei il ritorno di Thomas Anderson/Neo (Keanu Reeves),Trinity (Carrie Ann Moss), ma anche Morpheus e l’Agente Smith, pur se con interpreti diversi. Poteva essere un semplice sequel che si trascina per sfruttare la popolarità e l’effetto nostalgia, ma nonostante strizzi l’occhio ai vecchi fan con il riproporre i vecchi personaggi, e alcune situazioni viste nei precedenti, questo può considerarsi un buon prodotto, più vicino nello spirito al primo rispetto agli altri due, mantenendo comunque una bella serie di coreografie di combattimento, ma per certi versi si può anche considerare un reboot, in quanto ricicla le dinamiche di risveglio e riconsiderazione del proprio ruolo nel mondo e la piena consapevolezza di sé. E non mancano dei paralleli alla realtà attuale, come una grossa sferzata, fatta attraverso i deliri del Merovingio, alle produzioni e le dinamiche delle produzioni cinematografiche. Oltre a ciò, c è una forte importanza del femminino, ancora maggiore che nel primissimo episodio, diventando qua, le parti femminili, vere protagoniste della storia, con Neo l, logicamente invecchiato, più goffo e meno in grado di utilizzare i suoi poteri, ma non dico altro per non fare spoiler. In sintesi, pur non avendomi esaltato, ma va da sé che non era possibile raggiungere il primo Matrix, è sicuramente un buon sequel

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