Blonde – 2022

Non è un vero biopic puro e duro, ma potrebbe benissimo esserlo. Non è un biopic perché è tratto da un romanzo di Joice Carol Oates basato sulla vita di Norma Jeane Baker, comunemente conosciuta con il nome d’arte di Marilyn Monroe, e quindi è più una rilettura della vita di una delle più famose icone del secolo scorso, e della sua breve e tragica vita, tra le luci e le ombre. Le luci della ribalta della diva, e le ombre della ragazza. Perché, come diceva lei stessa, gli uomini vanno a letto con Marilyn e si svegliano con Norma Jeane. Una vita segnata dalla sofferenza, da una madre single con gravi problemi mentali, il padre mai conosciuto, l’affidamento ad una casa famiglia, e i tentativi nel mondo dello spettacolo, in cui viene creato il suo alter ego, ipersessualizzato e oggetto di desiderio, che potrebbe essere stata la definitiva soglia verso disturbi alimentari, mentali, e di dipendenza da alcool e barbiturici oltre che di relazioni tossiche con uomini violenti o non interessati alla vera Norma Jeane, con l’aggiunta di un desiderio mai soddisfatto di maternità e la paura di un ereditarietà dei disturbi materni, fino al triste epilogo. La pellicola non fa sconti, né a lei, seppur pervasa da un aurea di dolcezza e ricerca di riscatto personale, pur con scelte platealmente sbagliate, né soprattutto verso la platea maschile, sia quella direttamente coinvolta nelle varie relazioni sentimentali e lavorative, sia la massa di pubblico che la vive come mero oggetto sessuale. È un film che ho trovato coinvolgente, profondamente triste, un dramma che spesso, e molto nel proseguo della visione, scivola in un thriller psicologico se non proprio quasi un horror, con una gestione dei momenti di ricordi, presente e fase onirica affascinante e con vari cambi di camera e di formato della ripresa. Il cast vede come protagonista Ana de Armas, bravissima nel prendere possesso della figura di Norma/Marilyn, e un contraltare di figure maschili di livello come Bobby Cannavale nel ruolo di Joe Di Maggio e Adrian Brody in quello di Arthur Miller, e la colonna sonora di Nick Cave e Warren Ellis struggente.

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