Pinocchio – 2022

Robert Zemeckis, uno dei più importanti registi contemporanei soprattutto, ma non solo, per i film per ragazzi si cimenta, grazie alla Disney, nell’ennesimo live action tratto da un classico Disney, per l’ennesima trasposizione su schermo del burattino di legno creato da Collodi, dopo le precedenti versioni di Benigni, Garrone e la prossima di Del Toro, solo per citare le più recenti. Negli scorsi mesi aveva fatto discutere la scelta di utilizzare una ragazza afro come Fata Turchina, bla bla bla politically correct, inclusivitá forzata, vergogna!!!sono indinnnniato/a!! e un sacco di menate del genere ulteriori, con i due fronti di favorevoli e oppositori che si scannavano e si scannano tuttora a vicenda. Come se fosse un problema. Come se il problema del film fosse sta cazzo di fata turchina. È il male minore in verità, che oltretutto è in scena 3 secondi netti. Perché la pellicola è proprio come il burattino, un artefatto senza anima né coscienza, che non ha neanche seguito il precedente adattamento ma è diventata un adattamento di un adattamento, deragliando completamente nella seconda parte, diciamo dalla fuga da Mangiafuoco in poi, cambiando ulteriormente una storia già di per sé diversa dalla fiaba dello scrittore toscano. Che non significa necessariamente svalutare l’opera, ma lo fa dal momento in cui si perde ogni tipo di identità del personaggio e si tralascia la morale delle vicende. Nessun tipo di condizione di win/lose per le bugie, nessun pentimento, nessun riscatto, niente di niente, resta totalmente piatto, da quel punto di vista. Così come, duole ammetterlo, è senza cuore, non provoca un emozione che sia una. La cgi non mi ha fatto impazzire, molto finta in alcuni passaggi, e recitazione abbastanza scolastica sia di Tom Hanks come Geppetto che i personaggi secondari di Battiston/Mangiafuoco e Luke Evans/Postiglione aka Omino di Burro. Insomma, niente di che. Quando Disney, invece di sfornare film come fossero biscotti, deciderà di rallentare e migliorare la qualità?
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