Herzog Incontra Gorbaciov – 2018


Già la sera della morte dell’ex presidente Urss fu mandato in onda questa serie di conversazioni tra il regista e documentarista Werner Herzog e Mikhail Gorbaciov, ormai anziano e acciaccato. Ripercorrono insieme la storia dello statista sovietico, dalla sua infanzia in un piccolo paese nella regione rurale di Stavropol alla sua decisione giovanile di entrare in politica e la scalata, lenta e graduale fino al massimo grado, quello di segretario del PCUS, rendendolo protagonista di una stagione politica nuova e fondata su dei capisaldi innovativi per la realtà sovietica dell’epoca: glasnost e perestrojka, ovvero trasparenza e ricostruzione, cercando così di allentare le maglie del regime da molti punti di vista, dalla libertà di stampa e censure, alla gestione “pulita” della burocrazia e dell’apparato statale, ad una graduale e orientata apertura verso il libero mercato, con l’intenzione dichiarata, da parte di Gorbaciov, di riformare il comunismo. Altrettanto fondamentali furono gli incontri sempre più frequenti e distesi con i leader occidentali, per interrompere il lungo e pericoloso periodo di guerra fredda che andava avanti ormai da quasi 50 anni, la spinta per la riunificazione della Germania e l’abbattimento del muro di Berlino, una progressiva ma inesorabile concessione di maggiori libertà alle repubbliche, fino alla loro richiesta di indipendenza, e le richieste alle controparti occidentali di dismettere l’armamento nucleare per evitare follie e allontanare il più possibile il rischio di un olocausto nucleare. Tutte decisioni che però, se da una parte gli hanno permesso la vittoria del premio Nobel per la Pace, dall’altra gli hanno creato una folta schiera di oppositori, soprattutto nell’apparato burocratico e militare, fino al tentativo di colpo di stato militare prima, politico poi, che lo ha estromesso dalla presidenza. Al di là di quelle che potrebbero sembrare semplici nozioni storiche che un qualsiasi utente può trovarsi da solo su Wikipedia, quello che traspare, anche e soprattutto grazie ad una guida intelligente da parte del buon Herzog, è un quadro di umanità quasi fuori dal normale, per il paesaggio politico internazionale attuale, di una personalità che, pur con errori e passibile di critiche per alcune scelte, ha cercato di lavorare per migliorare la qualità di vita dei propri concittadini e soprattutto, al di là del bene e del male, interrompere una situazione di tensione mondiale sull’orlo del collasso, anacronistica e non più sostenibile, alla ricerca di una coabitazione pacifica tra diverse vedute della vita economica e sociale. E come giusta conclusione, alla domanda di quale potrebbe essere un epitaffio per la sua lapide, la commossa e toccante risposta è stata “Ci abbiamo provato”, una sincera risposta che rende ancora più amaro il finale della sua storia, personale e politica.

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