Diabolik – 2021

Il 2021 è stato l’anno dei cinecomic italiani, vedendo l’uscita nei nostri cinema di Freaks Out e di questo Diabolik, dei Manetti Bros, direttamente ispirato dall’album numero 3, che vede come protagonista Luca Marinelli nei panni del supercriminale, di Miriam Leone in quello di Eva Kant e di Valerio Mastandrea nel ruolo dell’Ispettore Ginko. Il personaggio creato dalle sorelle Giussani, che opera nella città di Clearville, è completamente calato negli anni ’60, quelli della sua nascita artistica, e i fratelli Manetti hanno preso la decisione, piuttosto coraggiosa, di replicare quel modus operandi. E non parlo solo dell’ambientazione, che sarebbe scontata, ma proprio di una trasposizione tour court del fumetto in film, a partire dalla regia, al montaggio (che in molti momenti sembra proprio tavole di fumetto) e soprattutto alla recitazione. Questa infatti è sempre molto caricata a mille. Là dove Marinelli è glaciale e inespressivo, in senso positivo, imperturbabile qualunque cosa accada, senza far trasparire nessun tipo di emozione, la Leone e Mastandrea spingono molto a livello mimico, comprese delle pause sceniche, e lo stesso il resto del cast di comprimari, che hanno un modo recitativo che può sembrare anche da fotoromanzo ma che mantiene lo spirito nelle intenzioni dei registi. Questa scelta stilistica può anche non piacere, personalmente ha divertito perché è effettivamente qualcosa di molto diverso dalla norma, probabilmente questa gestione dei dialoghi e delle scene ha un po’ rallentato il ritmo, però. Le scenografie sono fantastiche, la fotografia notturna idem, mentre in alcuni interni è un po’ un “apri tutto” alla Duccio Patanè, che dà tanto l’idea della fiction. Altra nota positiva la colonna sonora, affidata a Manuel Agnelli. Nel complesso un film sicuramente coraggioso, forse non totalmente riuscito ma che personalmente ho apprezzato.
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