Totalmente fuori di testa. Il film di Refn non lascia indifferenti, raccontando parte delle gesta di Michael Gordon Peterson, divenuto famoso con il nome di Charles Bronson, nome adottato per sembrare ancora più minaccioso. E minaccioso Bronson lo è davvero, essendo famigerato per essere uno dei detenuti più violenti del Regno Unito, a causa delle sue continue risse con gli altri detenuti e le guardie carcerarie, con un non molto invidiabile record di aver cambiato 120 penitenziari e passato 30 dei 36 anni totali di detenzione, in isolamento.Il film è totalmente incentrato sulla sua figura e su un interpretazione straordinaria di Tom Hardy, che riesce ad esprimere tutta la lucida follia del delinquente, soprattutto a livello di mimica fisica, raggiungendo forse il suo picco di migliore prova della carriera. Refn confeziona in film tremendamente grottesco nel rappresentare la violenza e i deliri di Bronson, con momenti di monologo di fronte ad una platea, ma più in generale restando neutro, senza esaltare o condannate le gesta del prigioniero.
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