I Tre Volti Della Paura – 1963

Titolo con un adattamento abbastanza fantasioso rispetto all’originale Black Sabbath, pellicola del 1963 di Mario Bava, una delle firme più importanti e versatili del cinema italiano di genere dei decenni 60 e 70, capace di passare di volta in volta dall’horror al Peplum al thriller alla commedia.Qui abbiamo un film composto da tre episodi, ispirati ad altrettanti racconti rispettivamente di Snyder, Tolstoj e Cechov.
Il Telefono: vede la protagonista tartassata da delle misteriose telefonate sempre più minacciose da parte del suo ex fidanzato ed ex protettore evaso dalla galera, con un climax di ansia sempre più alto, coadiuvato da un erotismo latente e anche tendente al saffico.
I Wurdulak: vede un nobile russo, Vladimir D’Urfe, prima trovare un corpo decapitato, dopodiché cercare rifugio per la notte presso una famiglia, dove conosce la bella Sdenka e i suoi fratelli Pietro e Giorgio, e la moglie e il figlioletto di quest’ultimo, in ansia per il mancato ritorno all’orario prefissato dell’anziano padre Gorka (Boris Karloff) partito 5 giorni prima in caccia di un Wurdulak, un vampiro turco presente nella zona. E il ritorno del vecchio sarà l’inizio di un incubo per Vladimir e la famiglia.
La Goccia D’acqua: qui, una donna di servizio addetta alla vestizione dei morti, ruba un anello dal cadavere di una medium morta durante una seduta spiritica. Il furto scatenerà la persecuzione dello spirito della morta ai danni della ladra, che vedrà la sua esistenza sconvolta da fenomeni terribili e inspiegabili.Tre racconti diversi, anche nel genere, ben gestiti e diretti da Bava, che gioca più sulla tensione crescente e sul senso di angoscia, senza ricorrere allo spavento facile, ma soprattutto insinuando il dubbio nello spettatore, utilizzando alla grande i pochi mezzi a disposizione.
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