La Sottile Linea Rossa – 1998

Tendenzialmente non sono un amante dei film di guerra, quel genere di pellicole riguardanti eventi bellici del 20° secolo, soprattutto per quanto riguarda la prima e seconda guerra mondiale. Già è più probabile che trovi gradimento su un film sul Vietnam, sarà che sono meno e, secondo me, di una qualità più alta. Per questo motivo, questo film, nonostante l’alta considerazione che ha avuto (ma non ai premi Oscar di quell’anno) lo avevo sempre accantonato ad altri tempi, anche perché il mattatore di quella edizione, Salvate il Soldato Ryan, casualmente sullo stesso argomento e con un altro grande cast, lo sopporto poco. Il classico film che sta in due scarpe, va contro la guerra e la sua crudeltà, con tanto di corpi umani crivellati di colpi di proiettile e smembrati dalle mine e dai mortai nemici, ma anche terribilmente retorico, patriottico e eroistico. Ma sbagliavo ad accomunare questi due film.
La Sottile Linea Rossa, diretto da Terence Malick, è veramente un bel film, che ti prende e ti affascina dall’inizio alla fine, e gli episodi di guerra sono non il fine ma il mezzo utilizzato dalla sceneggiatura per mettere in primo piano i pensieri dei soldati, che siano soldato semplici, sergenti, capitani e colonnelli, tutti in qualche modo vittime degli ordini ricevuti, alla ricerca di un senso delle loro azioni e della loro vita, delusi, impauriti, ma anche rassegnati al loro destino. Molti monologhi interiori dei protagonisti, impegnati con la loro compagnia alla conquista di una collina presidiata dai giapponesi sull’isola di Guadalcanal, ognuno con le proprie difficoltà, la mancanza degli affetti rimasti a casa, l’orrore di ciò che stanno vivendo, la compassione verso i commilitoni e nemici morenti, e il disgusto per certe proprie azioni moralmente discutibili. Il tutto sapientemente messo in scena, contrapponendo la morte e la guerra con immagini auliche della lussureggiante foresta che con la propria fauna continua la sua vita, ignara ma soprattutto indifferente a ciò che gli accade intorno, perché la vita, nonostante tutto, continua. Il cast è veramente ampio e con nomi eccezionali, molti con un minutaggio irrisorio, quantomeno nel cut finale, dal momento che il director’s cut originale sarebbe stato lungo più del doppio. Recuperato molto in ritardo, ma l’importante è averlo fatto.

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