Negli anni d’oro del cinema italiano si possono trovare anche questi film, fatti con due lire e una cipolla, ma con un valore artistico alto, grazie alla mano di Mario Bava che si occupa della regia oltre che, sua attività primaria, della fotografia, inaugurando un filone di film prolifico e diventato, negli anni, cult. Questo, girato in un bianco e nero evocativo, con un sapiente uso delle ombre e della fotografia, è uno degli horror più conosciuti e iconici anche all’estero, con scenografie molto arrangiate ma arrangiate bene, e una attrice protagonista, Barbara Steel, che sarà la regina incontrastata del genere nel cinema italiano e internazionale, per anni. Le capacità di Bava e dei suoi collaboratori riescono ad elevare un film che ha nelle grossolane capacità interpretative degli attori e negli effetti abbastanza posticci e ridotti all’osso i piedi di argilla, difetti che tuttavia passano in secondo piano rispetto a tutto il resto di questa pellicola gotica ambientata in una Moldavia di fine ‘800.
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