Mission Blue – 2014

Questo documentario verte principalmente sulla figura di Sylvia Earle, una dei principali nomi di spicco tra gli oceanografi, in cui lei stessa racconta la sua storia e le sue lotte, prima per affermarsi in un mondo pressoché maschile, poi in anni più recenti per garantire più possibile la salvaguardia degli oceani, che possono essere considerati uno dei se non il principale motore della vita sulla terra. Sylvia e le altre figure che intervengono nel documentario, tra cui James Cameron, e i registi del documentario Robert Nixon e Fisher Stevens, snocciolano una serie di dati tristemente impressionanti, esempio lampante di come le attività umane stiano distruggendo la vita marina e compromettendo la salute del mondo. Il documentario è del 2015, quindi i dati si riferiscono a quell’anno, e non possiamo aspettarci tanto di più positivo. Tanto per dare un idea, le trivellazioni sono passate dal 1947 in cui era presente 1 pozzo petrolifero marino a più di 3000, le
Zone Morte, nel 1975 era 1, nel 2014 siamo a 500. E poi la barriera corallina, nel periodo 1950-2014 ha perso il 50% della sua estensione, e per quanto riguarda la pesca intensiva, sono quasi decimate le popolazioni di Tonno e merluzzo (5% restante), squali (10%) e acciughe e sardine (5%). Significa che non c’è quasi più cibo disponibile né per gli altri esseri viventi né per l’uomo.
Raggelante. Una delle conquiste della Earle sono le istituzioni di zone di speranza, una sorta di area protetta dove è vietato l’intervento umano. Ma basteranno?
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