A Love Song For Latesha – 2019

Il 1992 è stato un anno che resterà nella memoria di tante nazioni mondiali. In Italia, iniziavano le indagini giudiziarie del pool “Mani Pulite” che sconquasseranno il panorama politico italiano, e, a distanza di un mese, verranno uccisi dalla mafia i giudici Falcone e Borsellino. Si scioglie ufficialmente l Urss, e in Jugoslavia inizia una sanguinosa guerra civile. I Campionati Europei di calcio vedranno l’incredibile vittoria a sorpresa della cenerentola Danimarca, ripescata a sorpresa dopo l’esclusione della Jugoslavia. E negli Stati Uniti, a Los Angeles, una serie di soprusi e violenze verso appartenenti alla comunità nera porta alla più grande rivolta in una città occidentale, fino alle banlieue parigini 20 anni dopo.
La miccia scatenante fu l’assoluzione dei colpevoli di un brutale pestaggio della polizia ai danni di Rodney King, la classica goccia che fece traboccare il vaso, vaso pieno di atti razzisti di piccola e grande gravità.
Uno di questi, è quello raccontato in questo corto di 19 minuti, diretto da Sophia Nahli Allison. Era necessario contestualizzarlo, ma ha di per sé una forte drammaticità.
Latesha Harlins era una giovane ragazzina di 15 anni, che rivive in questo documentario attraverso i ricordi e i racconti della cugina Shinese e dalla migliore amica Tybie, fino al drammatico giorno in cui, mentre stava comprando un succo di frutta in un convenience store, viene uccisa a sangue freddo con un colpo di fucile dalla proprietaria del negozio, erroneamente scambiata per una ladra. 
Sicuramente nel mondo esistono tanti, troppi casi come questo di Latesha, e ognuno avrebbe il diritto di essere raccontato, 
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