Breve documentario Netflix, solo 44 minuti, ma intenso e pieno di storie e aneddoti sulla vita di Robert Johnson.Qualcuno si chiederà, “e chi è Robert Johnson?”Vediamo, in ordine sparso di importanza: il padre del blues moderno, il primo membro del tristemente noto “club 27”, uno dei più grandi e influenti chitarristi della storia, e probabilmente il primo trader marketing della musica.Tutto questo, e molto di più, raccontato da figli e nipoti biologici, ma anche di arte, attraverso le parole di artisti del calibro di Keith Richards, Bob Dylan, Eric Clapton, Taj Mahal, John Hammond, tra i più noti.Abbandonato dal padre in tenera età, Robert cresce nel duro e razzista Mississippi. Ama la musica, ma non ne ha inizialmente le capacità, e passa di delusione in delusione, di fallimento in fallimento. La sua ricerca di successo lo porta lontano da casa quando si consumerà una delle più terribili tragedie che possano capitare ad un uomo, la morte di parto per la moglie e il figlio. Di nuovo solo e distrutto dal dolore, scompare per un anno, e quando torna dimostra di avere sviluppato un talento fuori dal comune nel suonare la chitarra, riuscendo a creare un doppio ritmo contemporaneamente, cosa per l’epoca impossibile anche da pensare. Inoltre suonava con una corda in più, 7 corde anziché 6, riuscendo così a riprodurre suoni assimilabili anche a basso e pianoforte.Queste incredibili capacità, più la leggenda nata sul suo conto, che abbia fatto un patto con il diavolo ad un crocevia, fa crescere la sua fama oltre i confini nazionali. Ma la cattiva reputazione, aggravata da una vita sregolata nella lussuria e nell’alcool, gli causano prima l’allontanamento da parte del suocero dalla sua nuova compagna e dal figlio piccolo, successivamente anche la vita, a causa di una bottiglia di whisky avvelenata, forse da un marito cornuto o da qualche persona offesa dai suoi screzi. Muore così, a 27 anni. Giusti il tempo di entrare nell’Olimpo della musica, e di essere di ispirazione agli artisti successivi.
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