Janara – 2014

I did It again. L’ho fatto di nuovo. Sono andato a pescare, nel catalogo Prime, un film italiano a basso costo, di quelli sconosciuti e indipendenti, ma parecchio indipendenti, pure troppo, ad un passo dall amatoriale. Il risultato è così così, ovviamente perché sono molto buono, qualcun altro stroncherebbe questo film in maniera netta.C è qualcosa di buono però. L’ambientazione è originale e azzeccata, il paese di San Lupo, nella provincia di Benevento, con le sue leggende di janare, che altro non sarebbero che le streghe locali. Le janare nel folclore Sannio sono figure ricorrenti delle storie, di solito associate a rapimenti di bambini, e per proteggere la famiglia dalla strega erano soliti mettere una ciotola di sale o una scopa sulla finestra, perché così le janare, operose solo nella notte, erano costrette dalla loro curiosità a mettersi a contare il numero di grani di sale o di fili di saggina presenti, arrivando così alla mattina successiva, così che la salute degli abitanti della casa fosse salvaguardata.
Dal momento che l’Italia è piena zeppa di leggende e storie varie, che potrebbero essere ottimi spunti per una produzione cinematografica, andrebbero sfruttati molto di più, rispetto a pescare nel folclore di paesi stranieri. E l’intelligenza di Alessandro Ricciardi e Brando Curattini sta proprio nell’aver sfruttato queste storie locali e aver costruito una sceneggiatura discreta, nonostante qualche personaggio un po’ debole, sceneggiatura poi affidata alla regia di Roberto Bontà Polito,e ha come attori protagonisti Laura Sinceri e Alessandro D’Ambrosi nelle vesti di Marta e Alessandro. Sulle prove attoriali meglio lei di lui, che risulta un po’ impacciato in alcuni momenti, ma alla fine se la cavano sufficientemente entrambi. È il resto del cast che è piuttosto imbarazzante. Per quanto riguarda l’ regia si vede un tentativo, da parte di Polito di ripercorrere i passi di maestri dell’horror gotico e thriller italiano come Avati, Fulci, Bava e Argento, ovviamente non con gli stessi risultati, ma qualcosa di buono c è, così come la fotografia. Diciamo che è un film da vedere per un ottica futura, perché molto probabilmente alcuni di questi avranno un futuro nel panorama cinematografico italiano.


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