Martin Eden – 2019

Libera rivisitazione del classico di Jack London, in salsa nostrana. Lo sviluppo della storia è spostato intorno agli anni ’70 in Italia (ma potrebbero essere i ’50 o gli ’80), precisamente nel napoletano.Martin Eden, interpretato Luca Marinelli, è un giovane sognatore e spiantato, che non riesce a trovare soddisfazione nei lavoretti che svolge. Un giorno per un caso fortuito aiuta Arturo, un ragazzo della buona società aggredito da una guardia, e entra nella conoscenza della famiglia, dove si invaghisce, ricambiato, di Elena, la figlia maggiore. Spinto dal desiderio e dall’amore, decide di affrancarsi dalla sua condizione miserabile e ignorante e comincia a leggere e prova a terminare gli studi, per poter diventare uno scrittore, rendendosi conto di averne il talento e l’aspirazione. Riesce ad avere l’appoggio di Russ, un intellettuale e filosofo, ma le cose non sono semplici, i suoi testi sono troppo crudi e “sociali” per le case editrici, e cominciano i dissapori con Elena e soprattutto con la sua famiglia, anche a causa di certe sue posizioni politiche, invise alla famiglia. Ma, tutto ad un tratto, esplode il suo successo editoriale e si ritrova catapultato in un mondo dorato e al tempo stesso infido.
Bella prova di Marinelli, che conferma le sue doti attoriali più che valide rispetto alla media italiana, il film non risulta eccessivamente pedante, anzi scorre anche piuttosto bene, e permette di seguire l’evolversi del personaggio e delle situazioni. Forse è un po’troppo marcato l’alter ego che nasce in seguito al suo successo, completamente diverso dal Martin precedente, figlio però degli eccessi dei media e non solo, ma anche di una finalmente raggiunta floridita’ economica e sociale tanto agognata.
Ma probabilmente era quello che era cercato dal regista Pietro Marcello.
Molto belli e contestualizzanti i filmati inseriti in alcuni momenti del film, probabilmente di repertorio, e il finale aperto e simbolico.
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