Il Petroliere – 2007

Essendo passati pochi giorni dalla Notte degli Oscar 2020, è ancora possibile recuperare su Sky alcuni film delle passate edizioni. In questo caso è la volta del Il Petroliere, o, in versione originale, There Will Be Blood. Per scelta, ultimamente cerco di guardare più film possibile in lingua originale, facendomi aiutare ovviamente dai sottotitoli. Questa scelta è dovuta a svariati motivi, dal cercare di stare in allenamento con la (poca) comprensione dell’inglese, al desiderio e piacere di gustarmi ogni capacità di un attore, quindi anche l’uso della sua voce, sia perché, purtroppo, i doppiaggi italiani attuali, a differenza del passato, lì trovo piuttosto al di sotto delle aspettative.Premesso tutto questo, veniamo al film. Nel 2008 vinse due statuette, quello per miglior attore a Daniel Day-Lewis e quella per la miglior fotografia. 
Il regista è Paul Thomas Anderson, quello di Magnolia (l’unico altro suo che ho visto) e altri acclamati da critica e pubblico.
La pellicola l, ambientata da fine ‘800 ai primi anni del Novecento, racconta la storia di Daniel Plainview, un cercatore d’argento che vede e trova nell’estrazione petrolifera la realizzazione economica che anelava. Per soddisfare la sua bramosia, utilizza le sue capacità carismatiche, il fiuto per gli affari e una forte dose di cinismo, non guardando in faccia a nessuno, pur di perseguire il suo obiettivo. Nonostante ciò, alla fine non è neanche tratteggiato come personaggio negativo, quanto piuttosto determinato, freddo e distaccato. 
Come in quasi tutte le sue interpretazioni, Daniel Day-Lewis è veramente fantastico. Entra completamente nel personaggio, è credibile, adotta un’altra postura, un diverso modo di camminare e di parlare, e modifica ulteriormente nel corso degli svolgimenti, a sottolineare l’invecchiamento del protagonista. Fondamentalmente il film è lui, si regge sul suo personaggio e sulle sue spalle. E come detto, ci riesce benissimo. Forse anche troppo, perché praticamente non ho trovato niente altro di esaltante, nel film. Di solito una regia asciutta la apprezzo, perché da risalto ai personaggi e alle prove attoriali, ma in questo caso mi aspettavo qualcosa di più dal film nel complesso.


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