Britannia – stagione 2

Anno: 2019
Episodi: 10

La seconda stagione di Britannia riprende la storia dei nostri protagonisti, a due anni dall’invasione romana. Ritroviamo Cait, alle prese con il suo addestramento druido per mano del reietto Divis, con lo scopo di incarnare la bambina della profezia, ritroviamo il diabolico generale Aulo con i suoi piani di conquista e terrore, ritroviamo Phelan, ormai rassegnato ad una vita “normale”, e ritroviamo la manipolatrice e opportunista Amena.
Ma soprattutto ritroviamo Veran, il capo dei druidi, che però vede cominciare a scricchiolare il suo potere, per alcuni dissidi dei suoi accoliti, ma soprattutto per il ritorno di Harka, il suo gemello, anch’esso druido ma simboleggiante l’Uomo Morto, assetato di potere e di vendetta. Menzione d’onore per Mackenzie Cook, autore di una doppia parte.
Questa seconda stagione va un po’a sprazzi. L’introduzione di nuovi personaggi e situazioni a volte rallenta un po’ lo svolgimento della storia, perdendo in alcuni casi di lucidità nella sceneggiatura, che in alcuni momenti sembra proceda un po’ a braccio. In realtà poi, nelle ultime due/tre puntate, che impennano in ritmo e spiegazioni, risolvono anche le situazioni rimaste aperte, e soprattutto si iniziano a delineare i ruoli di alcuni personaggi presenti dalla prima stagione ma un po’ irrisolti. Soprattutto si compie il senso di circolarità delle profezie druide. La seconda stagione di solito è la più complicata per una serie, perché deve riuscire a reggere il successo o comunque gradimento della prima, e al tempo stesso ampliare e sviluppare una storia coerente. In questo caso riesce a non deludere ma anche a non esaltare troppo, è chiaramente una stagione di passaggio verso una terza che mi auspico sia risolutiva, perché ormai gli elementi principali per uno scontro decisivo pare ci siano, e sarebbe triste allungare troppo il brodo.

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