Dear Basketball

Quando arrivano certe notizie, più o meno tutti ci riscopriamo tifosi e fan, soprattutto sui social, a volte anche solo per cavalcare un po’ l’onda di commemorazione.È anche vero, che ormai la fama dell’atleta, seppur se ormai ritirato dall’attività, aveva creato un icona. E la tragicità della morte, che ha coinvolto anche la figlia 13enne (oltre ad altre sette vittime, di cui due adolescenti), anche lei stellina del Nba femminile, accresce ancora più la tristezza.
Io sono anni ormai che non seguo più l Nba, per motivi vari, mi limito a qualche spezzone di partita ogni tanto, e qualche highlights.
Ma c’è stato un periodo, tra la metà dei 90 ,in cui la sera avevo la tele sempre sintonizzata su tmc2, ai bei tempi in cui ancora le partite erano in chiaro. Ai bei tempi in cui era sempre possibile godersi tennis e basket a tutte le ore, senza abbonamenti.
Ai bei tempi in cui c’era una canotta rossa con il logo di un toro e un numero 23 sopra. Erano gli anni del magico quintetto dei Bulls, con, l avrete capito, M.J., ma anche Pippen, Rodman,Harper e Kukoc. E, proprio in quegli ultimi anni di fulgore di Mr Jordan, si cominciava ad ammirare la bravura di un giovane dei Lakers, che di lì a poco ne avrebbe raccolto lo scettro di monstre del Nba. E ho fatto in tempo a godermi i suoi primi anni, in live, e qualche altra prodezza in review, grazie ad internet e alle pagine specializzate. C è poco fa dire, era un fenomeno. E lo è stato per anni, nonostante infortuni anche gravi. Soprattutto, aveva quel carisma e quella personalità tali da poterlo far elevare on top agli altri. Era già leggenda prima di morire, e il fatto che sia stato il diretto successore di Jordan, nell’immaginario, senza esserne considerato illegittimo, già di per sé è qualcosa di mistico.
E probabilmente, quelle che possono sembrare tentativi di coccodrillo, dopo la sua morte, sono solo prove della sua grandezza che travalicano genere e età.
C’è poco altro da aggiungere.
I numeri parlano da soli.


Forse però, il miglior commiato al Mamba, è proprio il cortometraggio d’animazione (tra l’altro vincitore di un Oscar) creato sulla sua lettera di addio all’attività agonistica.


DEAR BASKETBALL

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