The Irishman – 2019

È uno di quei film che aspetti con trepidazione, sia per la caratura del cast, composto da tre dei più grandi attori degli ultimi 40 anni di storia del cinema, sia per la caratura del regista, ormai al suo canto del cigno dopo svariati anni di onorata carriera e capolavori messi in scena.Sul film c è poco da dire, o meglio, ci sarebbe tanto ma sarebbe sacrilego analizzare da profano amatoriale gli aspetti tecnici.
Il film è veramente bello. Punto. È bello perché dura 3 ore e 30 senza risultare mai lento o pesante, scorre via in maniera pulita e piacevole anche nei momenti in cui non succede nulla di eclatante.
È bello perché De Niro si ritrova ad alti, altissimi livelli dopo qualche battuta d’arresto per film veramente brutti, perché Al Pacino a quasi 80 anni riesce sempre ad essere sopra le righe senza risultare ridicolo, perché Joe Pesci con poche battute, e tutte ad un tono di voce basso, e tante smorfie e sguardi, ti incanta ed affascina per tutta la durata del film.
È bello perché parla di mafia e di accadimenti e personaggi realmente esistiti, senza che la mafia sia l’argomento principale del film. Piuttosto sono i legami, le azioni, le scelte che i vari personaggi fanno ed intrecciano, ad essere protagonisti.
Non si può fare altro che guardarlo e ammirarlo. Questo è ed è stato grande cinema, persone che ne hanno fatto la storia in gioventù e maturità, e riescono a raggiungere lo stesso risultato anche in vecchiaia.
Cosa altro c’è da aggiungere?


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