The Blues Eaters – On the Clouds

 

Tracce:
1) On the clouds
2) Fool around Midnight
3) Flying off my shoes
4) Daydream #7
5) My better times
6) Writing on the wall
7) Heart and soul

Ho conosciuto i Blues Eaters per caso, tramite uno “sfoglia pagina” di Facebook, passando da un profilo all’altro…vedo una foto di un gruppo di musicisti, l’occhio mi cade su uno dei membri, toh, ma questo è il Gila (vecchio amico di adolescenza mia, qualche anno meno lui).. mi incuriosisco, e cerco informazioni sul gruppo..vedo che hanno suonato in diversi posti, addirittura hanno pubblicato un disco e trovo una recensione…leggo un po’, ne parla bene, c è anche una traccia free di ascolto…si in effetti non male….anni fa mi sarei buttato su qualche motore di ricerca (più o meno legale) per ascoltare tutto l’altro, ma un qualcosa dentro mi dice di “rischiare” a scatola chiusa, e li contatto per avere una copia. Detto fatto, prezzo irrisorio, e cd il giorno successivo in mio possesso, nonostante i 120 km di distanza.

La prima cosa che ti salta all’occhio è la fattura del cofanetto: un autoprodotto di solito è una classica plastica, magari anche slim, con una copertina un po’arrangiata. Un cavolo. È un cartone, come quelli che piacciono a me, con foto stampate in fronte e retro, e anche in seconda e terza pagina interna. Già mi sale la libido, è un grande biglietto da visita per quanto mi riguarda.
Veniamo al contenuto….sono 7 brani, e tutti di gran livello, meritano assolutamente una confezione così curata e di impatto.
Il suono è sempre pulito, gli arrangiamenti ottimi, e sinceramente ci sono dei bei assoli in diversi pezzi, ma senza eccessivi virtuosismi e pipponi vari, considerando il genere musicale il rischio c’era,. La voce è equilibrata, anche in questo caso, fortunatamente, non ci sono gargarismi e vocalizzazioni estreme, anzi, si fonda bene con i suoni dei colleghi, in una ricerca della convivenza perfetta (e si può dire che ci riescono bene). Anni fa lessi un intervista ai REM (mio gruppo preferito) in cui sostenevano che in registrazione, piuttosto abbassavano il volume del proprio strumento per non coprire gli altri. Ecco, la sensazione è la solita, di armonia.
Per quanto riguarda il genere, racchiuderlo a blues è riduttivo. Sicuramente non è un blues classico, nonostante il primo pezzo sia su quel registro, anzi, piuttosto moderno, con molte influenze di band storiche, come Genesis (di cui non sono un fan, quindi non mi colpisce la nostalgia e posso rimanere lucidamente obbiettivo) Pink Floyd (di loro si), quindi con un pizzico di psichedelia, ma in generale con discrete incursioni in un acid rock, soprattutto come batteria. Nel complesso il risultato è davvero notevole, non stanca anche ad ascolti consecutivi, anche perché non c’è un pezzo simile all’altro, e questa varietà musicale è una cosa che apprezzo sempre molto.
I miei pezzi preferiti? Al terzo/quarto ascolto posso sbilanciarmi:
La traccia 4, la gilmouriana “daydream #7”, la successiva “My better times” e la conclusiva “Heart and soul”, ma ci tengo a sottolineare che non ci sono tracce  deboli.
Bravi davvero, complimenti.
Ogni tanto Facebook risulta utile!
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