La Notte dei Falò

La notte di san Giovanni è una tradizione che si perpetua ormai da centinaia di anni, ed esattamente come halloween, o altre simili, è sempre a cavallo tra sacro e profano, tra una tradizione cattolica e una ritualità pagana, l’una e l’altra spesso combaciano o una prevale leggermente sull’altra, ma sono sempre comunque a braccetto. Si svolge nella notte tra il 23 e il 24 giugno, giorno appunto di San Giovanni. Falò e acqua profumata, di questo si tratta. Durante il giorno, le donne preparano dei bacili di acqua in cui versano fuori e petali profumati, di rosa, lavanda, menta, sambuco, garofani, di tutto di più, che devono stare a macerare fino al giorno dopo, per creare una lozione profumata con cui lavarsi, un bacile, e qui entrano in gioco la magia e la religione, che la notte deve stare fuori, di modo che la rugiada benedetta, appunto, dal passaggio di San Giovanni, lasci il suo buon influsso. La parte pagana, invece, è rappresentata dai falò, enormi pire accese poco prima della mezzanotte, a simboleggiare il passaggio nell’estate e allontanare gli spiriti cattivi che potrebbero danneggiare le messi e i raccolti.
A livello di mito, leggenda e credenza popolare, questo intreccio è molto affascinante.
A Piombino, oramai è diversi anni che fanno rivivere il rito dei falò giù a Marina, riportando la passeggiata in centro storico ad un ambientazione medievale, con figuranti, banchetti e punti di ristoro a tema. Era molti anni ormai che non riuscivamo a partecipare anche solo dando un occhiata, a causa del fatto che cade spesso infrasettimana, e abbiamo approfittato del fatto che questo anno fosse un bel sabato sera.
Quindi, dopo la nostra prima effettiva giornata di mare, prima optiamo per un aperitivo calmo alla Sorgente Resort, in via Amendola, location extra lusso, con vista sulle isole e tramonto annesso. Veramente top, soprattutto per il prezzo dei cocktail in linea con il resto dei locali piombinesi. Poi, con estrema calma e pacifica flemma,, ci avviamo in giù, non senza negarci un paio di pit stop pipì, con telecronaca di una coppia di tifosi antitedesco compresa direttamente da una finestra di casa aperta, passato dalla gioia di una quasi eliminazione teutonica alla disperazione del goal vittoria crucco all’ultimo minuto di recupero.
Fatto sta, che digiuni e curiosi arriviamo in zona Marina. Giusto il tempo di una combo panino con l acciughe -arrosticini di capra e agnello (per la gioia di Catia e Beppe) – zonzelle – birra, che accendono le fiamme alle cataste di legna, e ci fermiamo rapiti ad ammirare il rito di purificazione.
Come già in passato, la partecipazione è numericamente discreta, il posto si presta ed è una di quelle occasioni che comunque mettono curiosità. Potrebbe essere fatta meglio e ha molti margini di miglioramento e ampliamento, magari coinvolgendo di più la parte di corso Vittorio Emanuele, che esclusa una rievocazione storica al torrione e alcuni spettacoli in piazzette laterali risulta però senza collegamento al resto. Peccato perché può diventare una cosa molto piu carina.

 

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