Roma 5/6 gennaio 2018

img-20180105-wa0020

Roma Roma Roma, core de sta città…
Io non sono mai stato un fervido ammiratore della città millenaria, un appassionato amante della capitale, ho sempre avuto, nelle altre occasioni in cui l’ho visitata, una sensazione forte di decadenza, di città in lenta, progressiva, inesorabile rovina. Un organismo complesso, enorme, ormai morto, in corruzione, destinato a un ingloriosa fine. So che può risultare una bestemmia, un offesa alla incredibile civiltà che ha dominato il mondo conosciuto per centinaia di anni, che ha nel suo territorio, nelle sue viscere stesse, migliaia di anni di reperti, capolavori, opere d’arte, meraviglie assolute di architettura, scultura e pittura. Ma proprio il sapere questo, e vederla trascurata, inesorabilmente trasandata, arresa al suo declino, mi intristisce, mi lascia l amaro in bocca. Perché, cazzo, come ti giri ti giri, rimani a bocca aperta, e non sono solo le celebratissime e magnifiche fontana di Trevi, piazza di Spagna, colosseo o Fori Imperiali, quelli sono talmente famosi e rinomati che non hanno bisogno di presentazioni. No, sono gli scorci improvvisi, le belle chiesine nelle piazzette impensabili, il lungotevere, il Trastevere con le sue viuzze strette, veraci, naturali, che ti lasciano il sapore della romanità vera. E che ti risollevano il morale, ti fanno apprezzare più questa bellissima e storica città. Poi certo, via Condotti con le sue luci e le sue boutique di lusso, o le gallerie commerciali sparse nel centro sono molto intriganti e danno l’idea di quella dolce vita Felliniana, ma sono solo una faccia di un dado dai mille lati e sfaccettature.
Quindi, da un lato considerate il caos e la vitalità di una metropoli come Roma, aggiungeteci una tribù itinerante composta da Minifisto, Ver e famiglie al seguito, che al grido di “Pijamose Roma”, e vedrete bene che non ci siano MafiaCapitale, politici o legionari che possano resistere alla nostra guerra di conquista. Come Annibale, ndo passamo noi nun cresce più l’erba, e macinando km su km, e gustando la cucina tipica locale, leggera e sana, la città ormai è nostra, ci autoincoroniamo ottavi Re di Roma e reustariamo l impero.

Foto della gita qui

 

Share
Share