Piccola fiaba da due soldi

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Essere investiti di tale compito, è un onere e un onore al tempo stesso. Raggiungere il tesoro più prezioso, nel posto più segreto del mondo, il regno delle fate, la strada è lunga e impervia. Come un cavaliere templare alla ricerca del Graal, prepari il destriero, controlli l’armatura, fai scorta di provviste elfiche, le uniche capaci di dare la necessaria forza e sostentamento per compiere l’impresa. Il fato mi è favorevole, la giornata, soleggiata e leggermente ventosa, aiuta ad affrontare le fatiche e le avventure nei regni magici con il cuore sgombro di paura. Sarebbe stata ben altra cosa, partire verso l’ignoto e il pericolo, sotto un cielo plumbeo e piovoso, o sotto un sole cocente nel caldo asfissiante. So già che dovrò lottare con tutte le mie forze, che forse sarà necessario tempo e più tentativi prima di raggiungere il successo, ma un cavaliere errante non teme questo, è pronto a servire e combattere, a sfidare e fallire, e sfidare di nuovo, per vincere. Così, di buona mattina, lascio il mio maniero e cavalco verso il mio destino.
La mente è sgombra, per non perdere indizi importanti per la mia ricerca, gli occhi vigili, pronti a cogliere qualsiasi segno di pericolo, ma allo stesso tempo liberi di godersi i bellissimi paesaggi che si parano davanti, uno dopo l’altro, come un susseguirsi di stagioni e mondi diversi. La prima parte di strada scorre veloce, niente turba il mio cammino, sono sempre mondi conosciuti e popolati, e sono frequenti gli incontri con altri vaganti come me. Poi, tutto cambia. Improvvisamente, come un acquazzone estivo, la foresta si dirada, il sentiero, finora frescheggiante, accompagnato da fiori, pochi piccoli sassi, e foglie, si fa sempre più brullo. Guardo la mia clessidra, è passato poco più di mezz’ora dalla mia partenza. Intravedo un cancello a poca distanza, e dopo di esso enormi sedute di roccia. Sulla sinistra, la strada prende una biforcazione, si vede chiaramente che la destinazione sarebbe la spiaggia delle sirene… Quello che allora ho davanti, è sicuramente il paese dei giganti di pietra.
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Questi esseri, giganteschi esseri rocciosi, fortunatamente durante le ore di sole dormono pesantemente, e si risvegliano solo al tramonto. Anche se non sono esseri malvagi, non hanno proprio un gran bel carattere, in fondo sono imparentati coi troll di montagna, e con i loro cugini condividono il fastidio verso i curiosi, i visitatori, e chi si introduce nel loro territorio. Inutile contrattare con loro o cercare di fargli capire di non volerli disturbare. Se si dovessero svegliare, sarebbero grossi problemi per lo sfortunato e incauto viandante. Non posso però arrendermi cosi, quindi, senza perdermi d’animo, e con la dovuta cautela, proseguo silenziosamente per la mia strada. Strada, che peraltro, è tutt’altro che agile e facile percorso. Grosse, aspre salite, con rocce a ostruire il cammino (forse giganti caduti addormentati per il sentiero dopo una notte di bagordi)…devo più volte scendere dalla mia cavalcatura per proseguire nella massima sicurezza, camminando fianco a fianco e aiutando il mio destriero nei momenti più difficili a saltare da un punto all’altro.
La parte peggiore, però, deve sempre arrivare. A breve, si apre davanti agli occhi lo scenario più crudele che si possa immaginare: il canyon del drago sputafuoco.
Un lungo, profondo canyon, in cui dimora un tremendo drago che si ciba degli sfortunati viaggiatori che passano da quelle parti. Fortunatamente però, il viaggio mi è fausto e della demoniaca creatura alata neanche l’ombra, e velocemente riesco a superare questo ennesimo ostacolo ed allontanarmi dal territorio di giganti e draghi, per entrare nella bellissima foresta incantata, prima parte del territorio delle fate. Purtroppo, qualcuno ci è passato prima di me… ovunque, ci sono tracce di orchi, dei loro mostruosi bivacchi, della loro rabbiosa distruzione alla ricerca delle dolci fatine e del loro tesoro. Spingo fino allo stremo la mia cavalcatura, devo raggiungere il castello delle fate il prima possibile… Supero di gran carriera il bosco dei mangialegno,
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piccole creature simili a castori che si divertono a rosicchiare i tronchi degli alberi per utilizzarli per la costruzione delle loro casette (sono bravi architetti, in effetti), e continuo nel mio viaggio avventuroso. Dopo un tempo infinito, arrivo finalmente ad una radura, dove trovo i resti dei bastioni degli elfi, da cui controllavano il loro territorio e l’avanzata di eventuali intrusi. Sento immediatamente un sentimento di turbamento…non è come me lo aspettavo, è completamente deserto, sembra abbandonato, cosa assai strana visto che è proprio all’ingresso del regno della regina delle fate…Poi, dopo pochi attimi, una strana nebbia sale dal terreno, ma è diversa dalla nebbia vera, questa è sembra qualcosa di vivo…e finalmente capisco cosa sta succedendo..una qualche stregoneria…qualcuno dei vecchi maghi reietti, sta cercando di ingannarmi, vuole farmi sperdere o costringermi a rinunciare dal mio intento…decido di continuare la strada nonostante non si riesca a vedere niente…la nebbia non esiste, è solo una magia incantatrice. Chiudo gli occhi, li serro, li riapro. La nebbia è scomparsa. Ma di fronte a me si aprono tre strade. Quale sarà quella giusta? dove condurranno le due errate? Nel profondo del bosco?in qualche trappola mortale? Non posso indugiare, ne scelgo una e la intraprendo senza cercare di pensare di aver fatto la scelta errata. la strada sale, e si inoltra nel bosco. Potrei aver fatto la scelta giusta, mi faccio coraggio e proseguo. Salendo, arrivo sopra un crinale, da cui mi affaccio. Lo spettacolo lascia a bocca aperta, sono esattamente sopra Punta Galera….la tremenda prigione in cui gli elfi tengono i loro prigionieri.
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Lascio quel triste luogo, e continuo nel mio viaggio. Si sta facendo mattina inoltrata, e la mia meta è sempre lontana. Finalmente, passati svariati minuti di cammino, intravedo da lontano le rovine di un castello…è il vecchio castello delle fate, distrutto durante l’ultima battaglia degli elfi contro gli orchi centinaia di anni fa…
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se sono giunto fino a qui, posso arrivare al nuovo maniero…non deve essere lontano ormai. Rinfrancato da questa scoperta, decido di fermarmi- La curiosità di esplorare le rovine del castello è troppo forte per resistere. Ma si sa..la curiosità può essere pericolosa. Mentre sono tra i resti della sala principale, sento la stessa preoccupante sensazione di prima, e vedo tornare a salire la nebbia. Il mago non deve essere lontano. E’ proprio lì davanti a me…esce dalla nebbia…i suoi occhi fiammeggiano..il suo viso è coperto da un cappuccio scuro…il mantello ondeggia nel vento, in maniera ipnotica. Mi punta contro il suo bastone…faccio un passo indietro, intimorito, una luce accecante mi punge gli occhi, sono costretto a chiuderli, li riapro…Gli occhi mi lacrimano, non riesco a vedre bene, ma percepisco di non essere più al vecchio maniero. Dove mi trovo? Dove mi hai mandato, maledetto mago? Finalmente capisco. Mi ha rimandato indietro, direttamente nel reame delle sirene…quasi all’inizio del mio viaggio.
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Le meravigliose creature si prendono cura di me…mi fanno riposare, mi rifocillano con le loro magiche provviste, e mi aiutano a prepararmi per il prossimo viaggio….
to be continued…
le foto dell’ “avventura”
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