#Gitasociale all’Acquario di Genova

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10 e lode alla #gitasociale. Niente di improvvisato, l’idea di andare all’Acquario di Genova era nell’aria già da un po, mancava solo di prendere la decisione definitiva, di stabilire data e ora di partenza. E ahimè, triste dirlo, ma è stato importante l’intervento della Buti, noto kapo’ dell’omonimo paese, per stringere i tempi e tradurre il “poi si va” in “sabato 1 aprile alle 8:30 si parte.”.

Quindi, di buon ora, sveglia, preparazione del pranzo al sacco, e partenza. La strada da fare è scorrevole fino a Sestri Levante, dopodiché da simpatica autostrada si trasforma in drammatico percorso da rally, tra curve continue e gallerie continue. Ma non ci spaventa niente, e tra un sorpasso e l altro col Citi, e la famiglia Guerrazzi/Buti notevolmente più indietro (probabilmente avevano il rotino montato) finalmente dopo circa un paio d’ore giungiamo a destinazione. Il buon vecchio Dija, noto anche come Easyman, Gengiskhan ecc da buon autoctono aveva dato ottime indicazioni per parcheggi gratuiti, ma la scarsa circolazione, la smania di visitare e un po di sana ignoranza stradale ha comportato il parcheggio a pagamento a due passi dall’acquario. Si va a fa i biglietti (una buona donazione di plasma anche solo per l ingresso solo acquario, le altre opzioni di ingressi combinati con biosfera, museo del mare e sommergibile non sono neanche state prese in considerazione) e entriamo. Fortunatamente, il numero di altri visitatori è discreto ma non causa sovraffollamento, quindi si riesce a gustare ogni singola vasca senza pressioni e furia e gomitate nelle reni per farsi posto. Il percorso è abbastanza lineare e nel complesso semplice da seguire, magari potrebbero migliorare alcune deviazioni che dopo ti costringono a tornare indietro se non ti vuoi perdere alcune vasche. Si trova un discreto equilibrio della flora e fauna, abbastanza equamente divisa tra locale mediterranea vs resto del mondo, quindi possiamo ammirare i nostri pesciolotti prediletti (spigole,orate,saraghi,cernie, aragoste ecc che ti stuzzicano anche un po l’appetito) con i vari pesci tropicali da barriera corallina, tra pesci pagliaccio e via dicendo. Molto bello veramente, soprattutto perche le vasche sono veramente grosse e ti ritrovi faccia a faccia con squali di vario genere, morene, lamantini e altre migliaia di specie diverse. Sicuramente premio simpatia alle foche, che si fanno ammirare per la loro esuberanza e goliardia. Bella anche la zona pinguini, intesi come pennuti e non sistema operativo, con la possibilità di ammirare anche i piccoli che imparano a nuotare, e la vasca tattile delle razze, in cui potevi appunto entrare in contatto toccandole.
Il pezzo forte però è la vasca delfini. A parte il fatto che è enorme, giustamente, ma poi è ammirabile sia dall’alto, come piscina, sia “dall’interno”. E qui, proprio riesci a ammirarli nella loro completezza. È stato molto emozionante quando, richiamati dai pupazzi appoggiati al vetro dai bambini, si sono ammassati interessati a vedere di cosa si trattava e fare uno spettacolino di capriole e giochi totalmente spontaneo.
Anello debole, se proprio vogliamo trovarlo, sono la zona terrario con tartarughe e serpenti esotici, poco attrattivi rispetto al resto, e la sala VR in cui con i visori simulavi la discesa negli abissi. Pura computer grafica, e neanche fatta bene ad esser sinceri.
Finita la visita,abbiamo provato a fare un minitour di Genova (percorrendo una strada, in sostanza), dopodiché ci siamo separati, con gli altri compagni di gita che sono tornati subito a casa e noi invece abbiamo avuto il piacere di un rendez vous con la famiglia Dija per una merenda in compagnia sul porto, tea gabbiani, odore di mare, yacht e Giulio il birbante che a soli due anni già ammirava i culi delle cameriere (buon sangue non mente).
Sicuramente una tappa obbligatoria per chi ha passione del mare, e comunque anche Genova meriterebbe una visita più approfondita…dal poco che abbiamo visto è una citta cosmopolita e soprattutto con una forte componente musicale.
Qui alcune foto delle vasche
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