Il momento della verità, la gara

finale

Dio salvi la nonna. Dopo una lunga, estenuante attesa, i colori rossoneri tripudiano e colorano il paese.

Ma andiamo per ordine, perché il palio non è solo la corsa, c è tutto un mondo intorno.
Eravamo rimasti alle previste,con tutti i cavalli giudicati idonei e con un alone di dubbi riguardanti la tenuta fisica e agonistica dei mezzosangue.
Ma ormai la macchina era partita e non poteva più esser fermata. Gli ultimi due giorni, come è normale, sono i più frenetici, devono essere terminati gli ultimi preparativi, ci sono le varie disposizioni da espletare e i riti da rispettare.
Il sabato inizia con la solita nutrita squadra di volontari sul percorso per completare i lavori: piazzare gli ultimi pannelli, proteggerli con materassi appositi per salvaguardare cavalli e fantini da eventuali urti,chiudere gli steccati dei colli d’oca (dispositivi identici agli ippodromi) e permettere cosi di arrivare all’indomani mattina alla stesa della terra senza ulteriori interventi da fare. Tutto procede regolare e in perfetta sintonia nei tempi.
Come ogni sabato per palio,alle 16:30 capicontrada,fantini e proprietari si presentano in comune, dove con il presidente del seggio, il mossiere, il sindaco e il maresciallo viene letto e spiegato il regolamento di gara per una procedura corretta e sportiva.
Nel frattempo, piano piano la piazza si riempie. Potete vedete gruppi di contradaioli qua e la nei bar,negli angoli,a chiacchierare, a sfidarsi o anche solo a brindare per la buona riuscita dei propri colori. La tensione sale, ma non è ancora il momento della battaglia, le armi sono sempre deposte, gli spiriti sono sempre quieti e giocosi. Ben altri occhi vedrete il pomeriggio successivo, ma non è ancora il momento.
Tardo pomeriggio, sono le 18:30 passate ormai, inizia la presentazione dei protagonisti del palio,con le varie domande di rito, a cui capi contrada rispondono ora in maniera evasiva ora guascona,chi sbruffoneggia e chi tiene un profilo più basso.
Al termine di queste, ogni contrada si ritira nella propria sede, per la cena della vigilia. Buti è un paesino, ma i numeri che mette in campo sono da realtà ben più grandi. Ogni contrada, questa sera, mette a tavola non meno di 200 persone,qualcuno tocca quasi i 300 posti occupati. Non sono solo contradaioli, questa è una serata in cui partecipano anche stranieri (da Siena,da Asti,da Fucecchio) e simpatizzanti non del paese, ma che ogni anno rivedi al tuo tavolino. Numeri sicuramente importanti. Quello che non manca,oltre ai commensali, è il buon cibo,il vino e i festeggiamenti. Cori,striscioni, coreografie, rendono la serata magica, entri nel vivo del momento, tocchi una comunione di intenti, di voglia di vittoria, i colori uniscono e aggregano.
Simpatica la partecipazione e il passaggio di interviste di Brontolo, creatore del blog sui palii “Brontolo dice la sua“, ad opera di Spillo, un ex (molto ex) fantino di Siena, uno dei migliori killer sulla piazza diversi anni fa.
Poche ore di sonno, ed è già mattina. I più temerari (e non sono pochi) si ritrovano già dalle 8:00 per la tradizionale colazione del cavallaio, composta da trippa (piatto obbligatorio del periodo), pecorino, noci, vino e ponce finale. Alle 10:00 puntuali, i figuranti si ritrovano per la consueta sfilata storica, in cui devono ricreare un evento del paese legato a un periodo storico assegnato. È il primo momento di sfida della giornata, ogni commissione sfilata delle contrade impegna tempo e risorse per preparare al meglio i partecipanti, in palio c è non solo un premio economico, ma anche la soddisfazione di veder premiato il proprio lavoro e la propria contrada. Ogni contrada,preceduta dal cavallo,il capo contrada e il fantino, segue lo stesso itinerario,sale fino alla piazza,prosegue verso la chiesa dove si ferma per omaggiare il santo. Qui è il luogo dove viene fatta la benedizione a cavalli e fantini,e dove ufficialmente vestono la casacca con i colori. E si arriva,velocemente, alle 14.
È il momento della corsa. È il momento della verità, della tensione,dell’ansia. È il momento della vera sfida. In silenzio, perlopiù perlopiù, ci si incammina lungo il percorso, per cercare la propria postazione preferita. Chi scaramanticamente si ferma nella zona dell arrivo,chi lungo il percorso, chi alla partenza.. Nella maggior parte dei casi,le postazioni sono fisse. Il colpo d occhio è notevole.
Inizia la prima batteria, che vede impegnati Ascensione, San Rocco e San Michele. È nettissima la bravura di Di Stadio, che brucia in partenza e si porta avanti di un paio di lunghezze su San Rocco, San Michele è staccata nettamente,complice un indecisione di Mereu in partenza. Sembrerebbe fatta per Ascensione, ma proprio sul traguardo, il ritorno di Sanna che si infila coraggiosamente in un varco tra il cavallo che lo precede e i tabelloni porta San Rocco diretta in finale.
Passato qualche minuto e inizia la seconda batteria. O perlomeno, si presentano i cavalli. La partenza vera e propria arriva al limite del countdown, essendo molto equilibrata e con rivali sul campo ci sono molti giochi psicologici al canapo,con tentativi vari di danneggiare gli avversari e false partenze. Dopo un eternità, finalmente, trovano la partenza buona. Ed è una vittoria nettissima della Croce e Fiori, che stacca nettamente San Francesco con Cucinella e Pievania con il Chessa a seguire.
Ai recuperi, quindi, Ascensione, San Francesco e il signore, San Nicolao.
Teoricamente, in una situazione del genere, chi parte da Signore è avvantaggiato. Infatti ha il cavallo fresco e riposato, contro due cavalli stracchi (stanchi), può giocare fra i canapi con un paio di false partenze per sfinire ulteriormente gli avversari e con un po di accortezza e “politica” chiamare una salva prima della gara, cercando i favori di uno sei due avversari o addirittura una “non belligeranza” per salvaguardare la freschezza del cavallo in finale.
Fatto sta che…fatto sta,che il fantino di Puntaccolle la combina bella. Non solo non prova minimamente a stancare cavalli che avevano già corso, ma addirittura accetta una partenza buona salvo poi ritirare subito il cavallo e rimanere al palo. Un inspiegabile rifiuto a correre,che ha notevolmente irritato i bianconeri di San Nicolao. Non si scherza a dire che ha rischiato grosso, un errore grossolano e imperdonabile che costa la gara.
In finale,quindi, il sorprendente cavallo dell’Ascensione, con l’improbabile impresa di giocarsi un palio con tre corse addosso.
Dopo i regolamentari 30 minuti di riposo, si arriva alla finale. La tensione è alta, San Rocco si sente vicina la vittoria, La Croce ci crede, è la sua occasione per levarsi lo scettro di “nonna” del palio di Buti, Ascensione sa che può essere l’ago della bilancia e un possibile outsider.
Di Stasio infatti parte come un missile e si porta in testa, tallonato da Fiori e con Sanna un po attardato (il gioco tra i canapi e un po di goffaggine l’hanno penalizzato), ben presto però è il cavallo della Croce a passare in testa con Ascensione che continua a parare San Rocco, che solo dopo la curva del peso riesce a salire e piazzarsi in seconda posizione e insidiare negli ultimi 50 metri Fiori, che comunque arriva tranquillamente in testa al traguardo, portando il cencio ai suoi contradaioli, scatenati nei festeggiamenti fino a notte inoltrata e nei giorni a seguire, un successo ampiamente meritato per quelli che si è visto in gara.
Ah, per quanto riguarda i timori di un palio meno spettacolare e di cavalli più lenti…cari ministro e delegati vari, il record del percorso è di 39″, la prima batteria ha corso in poco più di 41″ e la seconda poco sopra i 42″, praticamente in linea con i purosangue, e con cavalli poco preparati. Tanto per ribadire che le vostre preoccupazioni non erano legate alla salute dei cavalli.
Qui potete trovare le foto del Gruppo Fotografico La Torre di Bientina, veramente belle, sia della sfilata storica sia delle corse
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