Il Castello Errante di Howl

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Titolo: Il Castello Errante di Howl (Hauru No Hugoko Shiro)

Regista: Hayao Miyazaki

Anno: 2004

 

Non chiamateli cartoni. Innanzitutto il termine più corretto sarebbe Anime, termine che indica i film di animazione giapponesi (anche se questa categorizzazione è forzatamente occidentale). Il Castello Errante di Howl è un gran bel anime di Hayao Miyazaki, uno dei più importanti autori giapponesi e tra i fondatori dello Studio Ghibli. Io sto entrando piano piano, in punta di piedi,nella visione di questi lungometraggi. Il castello è la mia seconda visione dopo “Kiki, consegne a domicilio”, e nonostante ci siano grosse differenze tra i due la sensazione è la solita: in punta di piedi.
Kiki racconta la storia della streghetta Kiki omonima, una dolce e solare streghina che giunta al compimento dei 13 anni affronta l’avventura di partire, a cavallo della sua scopa, con la sola compagnia del suo gattino parlante Gigi alla ricerca di una città in cui fermarsi a vivere e diventare grande. Un viaggio di iniziazione con qualche piccolo contrattempo ma sempre affrontato con positività dalla ragazzina, che riuscirà nel suo scopo e si farà molti amici e ben volere da tutti.
Diversa è la trama de “Il Castello”, dove la ragazza Sophie si invaghisce dello stregone Howl, e in seguito alla maledizione di una strega gelosa viene trasformata in una vecchina, ma nonostante questo riesce, sempre grazie a un carattere forte, altruista e benevolo, a conquistare il suo amato, salvare lui e il simpatico demone fuoco Calcifer da una maledizione incrociata e porre fine a una guerra che stava distruggendo la sua e la nazione vicina.
Ci sono alcune analogie tra i due film e comunque nella filmografia di Miyazuki, la magia,le protagoniste ragazze giovani e di buon cuore, non ci sono personaggi completamente negativi,ecc. Ma soprattutto, uno svolgimento in punta di piedi. Mi ripeto, ma perché è quello che ho provato nel guardarli. Sono storie pervase da una leggerezza di fondo, ti prende piano piano, ti colpisce con la semplicità in cui ti immergi nella storia, senza la ricerca ossessiva dell’impatto dirompente dei film occidentali, una visione di slow life che si addice molto all’idea orientale della vita. Alcuni piccoli momenti sono soprattutto riflessivi, solo accennati, lasciati all’interpretazione dello spettatore, non sarebbe funzionale mostrarli o spiegarli platealmente. Il disegno dei paesaggi e delle città è delicato, vagamente francese o comunque ricorda città Alpine. I personaggi sono disegnati in maniera confortevole, ricordano molto quelli dei cartoni della nostra infanzia, e questo, per ovvie ragioni, crea una sorta di deja-vu, di nostalgia di fondo. Solo gli uomini di gomma (gli inseguitori di Howl) non sono definiti,ma sono presenti per pochissimo nella pellicola e hanno un importanza veramente bassa.
Nel complesso sono rimasto piacevolmente colpito dal film, è molto di più di un film d animazione per bambini e allo stesso tempo possono fruirne tranquillamente, la magia della storia riescono a coglierla, anche se ha una poetica molto particoalre. E’ un prodotto ben diverso come spirito e fattura dai Disney, probabilmente più curati e migliori dal punto di vista visivo, e anch’essi pervasi dai buoni sentimenti, ma a parte poche eccezioni dedicati solamente ad un pubblico giovanissimo, con minore sviluppo dei personaggi, soprattutto meno inclini al cambiamento, cosa che invece è molto presente nelle opere di Miyazaki, dove tutti i personaggi nell’arco della storia vanno incontro ad un mutamento.
Sicuramente è stata una gran bella scoperta, anche grazie al suggerimento di Old Glory, e sicuramente continuerò nella visione degli altri anime per altre piccole perle simili.

 

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