Questo film è quanto di più classico e rivisto si possa trovare. È un film sportivo, sul basket, in una scuola di un quartiere di ceto basso, dove ragazzi pur dotati di un certo talento non si impegnano né negli studi né nello sport. Tutti un po’ sbandati, poco volenterosi e già segnati da un destino di microcriminalità. Poi arriva lui, un professore coach duro e puro, che anziché adattarsi alla situazione ha intenzione di prendere ad uccellate in faccia tutti quanti, tentando di farli rigare dritto, rimettersi a posto negli studi e cercando di farli diventare uomini. La trama come detto è banale, ma nonostante ciò il film funziona, e tanto, creando negli spettatori un buon legame con i personaggi, grazie al regista Thomas Carter, che se la cava nei film di genere, e all’ attore protagonista Samuel L. Jackson nel ruolo del coach, Ken Carter, realmente esistito e la cui vita ha ispirato il film. Jackson con il suo carisma e la sua faccia perennemente incazzata giganteggia e a forza di flessioni e suicidi crea una squadra da una massa di debosciati.