A poco più di due anni dalla tragica scomparsa in uno sfortunato incidente in elicottero, in cui oltre al pilota e gli accompagnatori ha perso la vita anche la figlia maggiore, esce su Prime questo documentario sul grandissimo campione di Nba, uno di quei giocatori che hanno travalicato le rivalità e i colori per l’infinita classe e dedizione che ha messo sul campo. In questo caso la scelta dei produttori non è stata di mettere su video le sue gesta cestistiche ma raccontare il Kobe Bryant che ha vissuto in Italia, quando il padre, anche lui giocatore Nba, accettò una serie di contratti nella nostra serie A e girovagarono lo stivale. E sono i suoi vecchi amici e compagni di classe di Pistoia, Reggio Calabria e Reggio Emilia a parlarci di lui e riportare aneddoti della sua infanzia italiana, verso cui peraltro Bryant ha sempre comunque ricordato, anche nelle interviste, con affetto. Il documentario passa da interviste live a immagini da repertorio, ed è ben capace di toccare le corde emotive dello spettatore, anche se personalmente non piacciono le finte ricostruzioni, anche se servono per “farcire” il prodotto.
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