Ho visto il diavolo. E qui di diavoli ce ne sono tanti, dal cattivo (anzi cattivissimo) al buono (che tanto buono a veder bene non è). È un mondo spietato, in Corea del Sud, vicino Seul, soprattutto per le giovani donne che si trovano da sole in zone solitarie. Potrebbero incontrare Kyung-chul (un grande Choi Min-sik, il protagonista di Old Boy per capirsi), un sadico maniaco, probabilmente dedito anche al cannibalismo, dopo averti fatto a pezzi. Se non che una delle sue vittime ha un fidanzato incazzoso, Soo-hyeon ma soprattutto altrettanto spietato, attrezzato e addestrato, facendo parte dei servizi segreti coreani. E ben presto inizia un gioco di caccia come il gatto con il topo, in cui il ruolo di carnefice e vittima si alternano per tutto il resto della pellicola. Il film schizza via con un ritmo veloce ma non frenetico, in modo da mantenere alta la tensione dello spettatore che si identifica pienamente con le azioni di Soo-hyeon, condividendo le intenzioni e le modalità di vendetta, ma al tempo stesso ti fa percepire come sia facile entrare nel ruolo di carnefice, pur non ponendo un effettivo quesito morale. Dal punto di vista splatter la violenza c’è, anche tanta, e lo stesso il sangue, ma soprattutto per quanto riguarda i delitti del maniaco è molto più percepita che vista, non scadendo quindi troppo nel gore. Immensa la prova di Choi Min-sik, che si mangia lo schermo. Bel film, da vedere.
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