L’Orto Americano – 2024

Siamo al termine della seconda guerra mondiale, in un paesino nell’ Emilia, un ragazzo, di cui non ci è dato sapere il nome, in un fortuito incontro si innamora a prima vista di una infermiera del contingente americano, senza sapere niente di lei. Ritroviamo il ragazzo, aspirante romanziere, trasferitosi a Davenport, in Iowa. Qui casualmente si ritrova vicino di casa della famiglia della ragazza, che scopre chiamarsi Barbara, e apprende dalla madre di lei, una donna vecchia e malata, che la ragazza risulta morta. In seguito ad una macabra scoperta nell’ orto della donna, il ragazzo decide di tornare in Italia e indagare sulla sorte incorsa a Barbara. Ancora una volta Pupi Avati torna nelle ambientazioni gotiche a lui tanto care, confezionando un film di mistero, tratto da un suo stesso romanzo, denso e portato in un bianco e nero che da un lato ti trasporta nel noir italiano, dall’ altro è forse un po’ troppo “pulito” e forse la pellicola avrebbe avuto bisogno di una grana un po’ più ruvida. Nei panni del protagonista, che resta senza nome per tutto il film, troviamo Filippo Scotti, ormai sul trampolino di lancio, che si destreggia bene fra i vari stati d’ animo del ragazzo, alle prese con un mistero difficile da dipanare e che prende una piega sempre più provante per la sua salute mentale. Il film non ha il graffio e la cattiveria de Il Signor Diavolo, ma comunque il nostro cineasta pur se in là con l’età ha sempre qualcosa da dire.

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