
L’ ultimo film di Calligari, da tempo malato e morto al termine delle riprese, vede protagonisti i due attori più talentuosi della loro generazione, Luca Marinelli e Alessandro Borghi, in un film dal sapore amaro sulla vita nella periferia romana. Cesare (Marinelli) e Vittorio (Borghi) sono due amici fraterni che passano le loro giornate fra furtarelli, spaccio e consumo di droghe, soprattutto cocaina e ecstasy, rifuggendo la concezione di vita “normale” di lavoro e stabilità. Cesare vive con la madre e la nipotina, malata di Aids dalla nascita, probabilmente il suo più grande affetto e motivazione di non lasciarsi troppo andare, Vittorio dopo una brutta esperienza cerca di cambiare vita e prova a coinvolgere il suo amico di sempre per farlo uscire dai brutti giri della borgata. Il regista affronta il film con la disillusione della vita di strada degli ultimi, senza cercare di celebrarli né di giudicarli, tanto da inserire anche diversi momenti se non proprio comici quanto meno divertenti, dovuti soprattutto ai momenti di trip dei due ragazzi. Borghi e Marinelli poi spaccano. Entrambi bravissimi, credibili nel ruolo, in sintonia con i loro personaggi e soprattutto tra loro, come anche in altre occasioni hanno dimostrato un alchimia particolare, dando ancora più profondità a questo film duro, asciutto e coinvolgente.