
Episodi:8
Questa miniserie di 8 episodi, diretta da Joe Wright e tratta dal libro di Scurati, vede come protagonista un monumentale Luca Marinelli nei panni di Benito Mussolini nei suoi primi anni di politica, dal 1919, in seguito alla fuoriuscita dal partito socialista per le sue posizioni interventista alla creazione dei fasci di combattimento, fino ai primi anni di governo, prima come stampella del governo Fact poi come capo del governo dopo la marcia su Roma. Se da un punto di vista storico ovviamente non aggiunge niente di nuovo a ciò che già conosciamo dai libri di storia, ciò su cui punta il prodotto è soprattutto una rivisitazione del personaggio Mussolini, andando ad affrontare momenti storici e aspetti caratteriali da un altra prospettiva. A prima vista può sembrare in alcuni momenti che vada ad assolvere o giustificare certe decisioni, ma ad un analisi più attenta in realtà non sposta di una virgola il giudizio sulla persona, ma piuttosto ne mette in luce altri aspetti spesso trascurati. Da questa opera, e per conseguenza dal romanzo da cui è tratta, ne esce fuori un uomo ossessionato dal desiderio di rivalsa e di raggiungere il potere, considerato come un fine primario, anche più della ricchezza, oltre al desiderio di essere adorato e voluto da tutti. Ed è disposto a tutto pur di raggiungerlo e mantenerlo. È un macchinatore, un opportunista, spesso inconsapevole delle conseguenze di ciò che dice e che fa, ma che riesce comunque a sfruttare e adattarsi anche rinnegando ciò che sosteneva poco prima. Il lavoro attoriale di Marinelli è veramente importante, non vedi Marinelli, vedi Mussolini, anche se non c è in realtà nessuna somiglianza, probabilmente una delle migliori prove dell’ attore romano. Viene continuamente utilizzata la tecnica dello sfondamento della quarta parete, con il protagonista che si rivolge direttamente al pubblico con ammiccamenti e ragionamenti per spiegare ciò che sta per accadere o dire, e oltre a rafforzare un legame con il pubblico serve anche ad alleggerire alcuni momenti cruciali. Oltre alla grande prova attoriale, altri importanti punti di forza sono scenografia, fotografia e costumi. Questi ultimi sono veramente belli, ma anche le ricostruzioni sceniche sono affascinanti e le due combinano perfettamente coadiuvate da una fotografia in continuo movimento, ma sempre orientata a luce quasi naturale e molte sfumature di nero. Probabilmente qualche purista della ricostruzione storica può storcere un po’ la bocca per alcuni momenti molto romanzati, ma ciò non toglie che sia uno delle migliori produzioni italiane degli ultimi anni.