Difficile parlare di questo film. Partiamo dalle basi: è un film italiano, con la regia di Giacomo Cimini al suo esordio, e vede nel cast come volti noti un sempre sul pezzo Castellitto e Anna Foglietta. Ha un respiro internazionale come tema e svolgimento, ma i meriti però cozzano con dei difetti piuttosto grossolani. Innanzitutto la sceneggiatura da tanto l’idea di scopiazzatura, in una Milano (ricostruita artificialmente, in quanto la pellicola è girata a Roma) un pazzo bombarolo che prende di mira un dj di una radio nazionale (radio 105, che deve avere investito parecchi soldini), costringendolo a fare da cassa di risonanza del suo malessere e dolore, così come il fatto che ci sia un legame fra il pazzo e il dj. Ma questo gli si può anche perdonare. Ma altre cose sono grottesche, come il tenente colonnello (la Foglietta) e il capitano dei carabinieri completamente imbranati e incompetenti, oltre al fatto che siano più volte offesi, minacciati e sottomessi fisicamente dal dj.. dai questa cosa non si può vedere. Così come un esclamazione che non sentiresti neanche nel peggiore film di poliziotti di serie z (la polizia che dice “ti faccio saltare il cervello” al dj, fa accapponare le palle, e si, era proprio quello che volevo scrivere e non un lapsus). Ma non voglio essere troppo cattivo, il film è carino ed è una bella boccata d’aria fresca per il panorama italiano, fuori dal melodramma medio cui siamo stati abituati da produzioni e regie degli ultimi (tanti) anni. Spiace perché poteva essere molto meglio con qualche accorgimento e accortezza in più.
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