Film di Marco Tullio Giordana che arriva come un cazzotto nello stomaco, sulla vita e la tragica fine di Peppino Impastato, ucciso dalla mafia il 9 maggio 1978. Giuseppe Impastato ha sempre avuto a che fare con la mafia, fin da piccolo. Il padre, cugini e amici di famiglia erano tutti collusi con Gaetano Badalamenti, boss di Cinisi e uno dei più crudeli e famosi esponenti di Cosa Nostra. Gaetano Badalamenti che abitava a 100 passi esatti da casa di Peppino. Percorriamo quindi la vita di Peppino, l’omicidio dello zio Cesare con un autobomba in una faida, la sua militanza politica nel partito Comunista locale, l’apertura della radio indipendente Aut Aut, con cui si espone apertamente nel lottare e deridere la mafia, che in un crescendo di minacce lo porterà poi alla morte.
«Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio scrivere che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare… prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!»
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